giovedì 14 dicembre 2017

Perché riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele genera così tante polemiche

https://www.idealista.it/news/immobiliare/internazionale/2017/12/14/124772-perche-riconoscere-gerusalemme-come-capitale-di-israele-genera-cosi-tante


Autore: Carlos Salas (collaboratore di idealista news)


La cosiddetta Città Santa è rovente. La dichiarazione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, con cui ha affermato che riconosce Gerusalemme come capitale di Israele e che sposterà lì l’ambasciata Usa, ha acceso un incendio... sopito per anni e secoli.
Questa settimana, Trump ha annunciato che stava trasferendo il quartier generale della sua ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Vediamo perché questa decisione è così controversa.
Città sacra. Per cominciare, Gerusalemme è una città sacra per tre importanti religioni monoteistiche nel mondo. Per i cristiani, perché c’è la Basilica del Santo Sepolcro, dove si trova la tomba di Gesù, anche se vuota. Gesù è stato crocifisso là vicino sul monte Golgota. Per gli ebrei, perché il Muro del Pianto è ciò che rimane del Tempio di David. E per i musulmani, perché c’è la spianata delle moschee, dove si trova la moschea di Al Aqsa. In quella moschea c’è la Cupola della Roccia, dove il profeta Maometto ha pregato ed è salito al cielo. Riconoscere la supremazia diplomatica di Israele su Gerusalemme porta sconvolgimenti in particolare tra la comunità araba.
Città divisa. Gli ebrei sono stati espulsi dai Romani da Gerusalemme nell’anno 70 dopo Cristo. Da allora, la città è stata in territorio palestinese che è stato successivamente romano, ottomano, cristiano (dai crociati), britannico e controllato dalle Nazioni Unite (Onu). Nel 1948 gli ebrei sono riusciti a far dichiarare quel territorio Stato di Israele. La capitale era divisa da una linea verde: una metà era nel territorio di Israele e l’altra metà nel territorio palestinese. La decisione di Trump rompe questo status quo.
Israele. Nel 1980 il governo israeliano ha dichiarato che Gerusalemme sarebbe stata la capitale del Paese, mentre i palestinesi hanno affermato che Gerusalemme Est sarebbe stata la sede del loro governo (non vi è alcun riconoscimento della Palestina come Stato). In ogni caso, l’Onu non ha riconosciuto la dichiarazione di Israele. Ma ora Trump rompe anche la decisione dell’Onu.
Ambasciate. Finora non ci sono ambasciate di nessun Paese a Gerusalemme. Ma con l’annuncio di Trump, verrà aperta la prima ambasciata. Gli Stati Uniti avevano solo un consolato a Gerusalemme, ma un consolato è una rappresentazione minore di un Paese, e in effetti ci sono i consolati di Francia e Gran Bretagna. L’ambasciata americana era a Tel Aviv, dove ci sono ambasciate di altri 85 Paesi. Israele ha cercato di convincere gli Stati Uniti ad aprire un’ambasciata a Gerusalemme e nel 1989 ha dato agli Usa un pezzo di terra per 99 anni a 1 dollaro. Terreno che gli Stati Uniti non ha mai usato.
Conseguenze. Le prime conseguenze saranno diplomatiche. L’Olp, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina, ha affermato che il riconoscimento dello Stato di Israele è ora più lontano. I Paesi arabi, che sostengono sempre i palestinesi, hanno espresso la loro insoddisfazione. Ciò può avere conseguenze non solo diplomatiche. Potrebbe accrescersi l’odio verso la prima potenza economica e militare del pianeta.
Popolazione. Circa 850.000 persone vivono a Gerusalemme: il 37% è di origine araba e il 61% è ebreo. Tra gli ebrei ci sono 200.000 ultraortodossi. Il resto sono ebrei sionisti ed ebrei non praticanti. Tra gli arabi, il 96% è musulmano; e l’altro 4% è cristiano, di credenze diverse. I palestinesi vivono a Gerusalemme Est.

art.tratto da idealista.it
---------------------------
 utore: Carlos Salas (collaboratore di idealista news)
La cosiddetta Città Santa è rovente. La dichiarazione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, con cui ha affermato che riconosce Gerusalemme come capitale di Israele e che sposterà lì l’ambasciata Usa, ha acceso un incendio... sopito per anni e secoli.
Questa settimana, Trump ha annunciato che stava trasferendo il quartier generale della sua ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Vediamo perché questa decisione è così controversa.
Città sacra. Per cominciare, Gerusalemme è una città sacra per tre importanti religioni monoteistiche nel mondo. Per i cristiani, perché c’è la Basilica del Santo Sepolcro, dove si trova la tomba di Gesù, anche se vuota. Gesù è stato crocifisso là vicino sul monte Golgota. Per gli ebrei, perché il Muro del Pianto è ciò che rimane del Tempio di David. E per i musulmani, perché c’è la spianata delle moschee, dove si trova la moschea di Al Aqsa. In quella moschea c’è la Cupola della Roccia, dove il profeta Maometto ha pregato ed è salito al cielo. Riconoscere la supremazia diplomatica di Israele su Gerusalemme porta sconvolgimenti in particolare tra la comunità araba.
Città divisa. Gli ebrei sono stati espulsi dai Romani da Gerusalemme nell’anno 70 dopo Cristo. Da allora, la città è stata in territorio palestinese che è stato successivamente romano, ottomano, cristiano (dai crociati), britannico e controllato dalle Nazioni Unite (Onu). Nel 1948 gli ebrei sono riusciti a far dichiarare quel territorio Stato di Israele. La capitale era divisa da una linea verde: una metà era nel territorio di Israele e l’altra metà nel territorio palestinese. La decisione di Trump rompe questo status quo.
Israele. Nel 1980 il governo israeliano ha dichiarato che Gerusalemme sarebbe stata la capitale del Paese, mentre i palestinesi hanno affermato che Gerusalemme Est sarebbe stata la sede del loro governo (non vi è alcun riconoscimento della Palestina come Stato). In ogni caso, l’Onu non ha riconosciuto la dichiarazione di Israele. Ma ora Trump rompe anche la decisione dell’Onu.
Ambasciate. Finora non ci sono ambasciate di nessun Paese a Gerusalemme. Ma con l’annuncio di Trump, verrà aperta la prima ambasciata. Gli Stati Uniti avevano solo un consolato a Gerusalemme, ma un consolato è una rappresentazione minore di un Paese, e in effetti ci sono i consolati di Francia e Gran Bretagna. L’ambasciata americana era a Tel Aviv, dove ci sono ambasciate di altri 85 Paesi. Israele ha cercato di convincere gli Stati Uniti ad aprire un’ambasciata a Gerusalemme e nel 1989 ha dato agli Usa un pezzo di terra per 99 anni a 1 dollaro. Terreno che gli Stati Uniti non ha mai usato.
Conseguenze. Le prime conseguenze saranno diplomatiche. L’Olp, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina, ha affermato che il riconoscimento dello Stato di Israele è ora più lontano. I Paesi arabi, che sostengono sempre i palestinesi, hanno espresso la loro insoddisfazione. Ciò può avere conseguenze non solo diplomatiche. Potrebbe accrescersi l’odio verso la prima potenza economica e militare del pianeta.
Popolazione. Circa 850.000 persone vivono a Gerusalemme: il 37% è di origine araba e il 61% è ebreo. Tra gli ebrei ci sono 200.000 ultraortodossi. Il resto sono ebrei sionisti ed ebrei non praticanti. Tra gli arabi, il 96% è musulmano; e l’altro 4% è cristiano, di credenze diverse. I palestinesi vivono a Gerusalemme Est.


Carta d'identità elettronica: nuovo richiamo ai comuni per l'adeguamento al rilascio del nuovo formato elettronico

http://quotidianopa.leggiditalia.it/quotidiano_home.html#news=PKQT0000186818

Servizi pubblici e al cittadino
12/12/2017
CIE
Carta d'identità elettronica: nuovo richiamo ai comuni per l'adeguamento al rilascio del nuovo formato elettronico
La Direzione Centrale per i Servizi Demografici fa seguito alla Circ. n. 4/2017 e n. 8/2017, con cui sono state fornite indicazioni in merito all'avvio del processo di emissione della nuova carta d'identità elettronica, per comunicare che nel corrente mese prenderà avvio la quarta fase di emissione della CIE che assicurerà gradualmente l'attivazione del servizio presso tutti i Comuni entro il mese di agosto del 2018. Tuttavia la Direzione fa presente che a seguito del monitoraggio sullo stato di attuazione del progetto è emerso che alcuni Comuni hanno chiesto lo slittamento della data di installazione e di attivazione delle postazioni. Altri, sebbene dotati delle apposite apparecchiature, non hanno ancora avviato il citato processo di emissione. Tutto ciò ha compromesso la piena ed efficace realizzazione del progetto in questione che, com'è noto, riveste carattere di interesse nazionale.
Nel richiamare quanto già segnalato nella Circ. n. 8/2017 del 5 settembre 2017, nel momento in cui le postazioni di lavoro sono operative, il Comune, salvo i casi eccezionali previsti, deve rilasciare la nuova CIE, abbandonando l'emissione della carta d'identità in formato cartaceo. Inoltre, per consentire alle Prefetture di monitorare l'attuazione del progetto CIE nell'ambito dei Comuni di rispettiva competenza è stato realizzato, da parte del Centro Nazionale dei Servizi Demografici (CNSD), un "portale per le Prefetture"- webcie.cnsdinterno.govit - al quale si potrà accedere attraverso la procedura illustrata nell'allegato 1.

mercoledì 13 dicembre 2017

Come calcolare tasse universitarie

 Come calcolare tasse universitarie

https://www.laleggepertutti.it/186598_come-calcolare-tasse-universitarie

link sito web 

Gli studi universitari comportano numerose spese per le famiglie italiane, ogni anno, e per ogni anno del percorso di studi intrapreso dallo studente iscritto. Bisogna considerare infatti le ingenti spese accessorie, quali l’acquisto dei libri di testo e cancelleria varia per la preparazione degli esami universitari, gli abbonamenti ai mezzi pubblici, senza considerare le ulteriori spese che possono affrontare molti genitori che devono pagare anche le spese di vitto e alloggio in una città lontana, facendo sacrifici per mandare i figli a studiare in altre città, non solo perchè più rinomate o private, ma magari anche perchè nella città o paese di origine quel particolare percorso di studio non è compreso fra le facoltà e i corsi di laurea previsti dal proprio ateneo. Oltre a tutti questi costi (a cui, per certe facoltà, bisogna aggiungere anche quelli derivanti dagli strumenti informatici: si pensi al necessario uso di un computer portatile in un corso di laurea come ingegneria o architettura), ci sono naturalmente anche i costi per le tasse universitarie, che vanno pagate ogni anno e che variano a seconda di particolari parametri e criteri. Vediamo quindi come calcolare le tasse universitarie, quale documentazione occorre per determinare le somme da pagare e dove verificare gli importi corrispondenti che vanno versati per essere in regola col pagamento delle tasse universitarie.

Come si calcolano le tasse universitarie: portali web delle università

Il pagamento delle tasse universitarie deve essere effettuato dagli studenti iscritti ogni anno accademico, con una divisione in più rate. Prima di spiegare come calcolare le tasse universitarie occorre fare una precisazione importante: ogni università del nostro paese prevede una disciplina di soglie di pagamento differente, e lo stesso discorso vale anche in relazione alle eventuali more previste in caso di ritardo di pagamento, agli esoneri per merito, e agli aumenti di spesa da pagare nel caso in cui lo studente non sia al passo con gli esami previsti dal suo corso di studi e quindi vada fuori corso di uno o più anni accademici. È pertanto fondamentale che si verifichino sul sito internet dell’ateneo di iscrizione le soglie specifiche e i relativi ammontari previsti a seconda della fascia di reddito nella quale si rientra, in quanto le soglie variano da ateneo ad ateneo e sono consultabili nel regolamento delle tasse universitarie per l’anno accademico di riferimento.
Chiarito questo aspetto, per il calcolo delle tasse universitarie e quindi per capire quanto si paga di tasse universitarie bisogna anzitutto avere chiaro cosa si intende per Isee, in quanto il suo calcolo è il primo passo per sapere a quanto ammontano le tasse universitarie da pagare. A cosa serve l’Isee?

Come calcolare le tasse universitarie: cos’è l’Isee

Con l’acronimo Isee si intende l’indicatore delle situazione economica equivalente di ciascun nucleo familiare, ed è uno strumento che, con un valore assoluto, indica la condizione economica di una famiglia, in modo da consentire alla famiglia stessa di misurare la propria situazione patrimoniale (con parametri specifici e predeterminati) e di poter accedere a particolari agevolazioni e riduzioni economiche di varia natura. Per ottenere l’Isee ci si può recare all’Inps o presso una delle sedi di uno dei Caf (centri di assistenza fiscale) convenzionati con l’ateneo nel quale si è iscritti – o ci si deve iscrivere – con una serie di documenti attestanti l’ammontare dei propri redditi e presentando la dichiarazione sostitutiva unica (Dsu). Verrà quindi rilasciata un’attestazione Isee, con la quale viene valutato il patrimonio complessivo della famiglia dello studente/studentessa. Una volta in possesso di questo valore, sarà possibile conoscere l’ammontare delle tasse universitarie dovute e gli importi corrispondenti al valore specificato nell’Isee.

Tasse universitarie, Isee e soglie di reddito

Ottenuta l’attestazione Isee relativa alla posizione economica del proprio nucleo familiare (o personale, se si è studenti lavoratori adulti economicamente indipendenti), sarà possibile determinare a quanto ammontano le tasse universitarie sulla base delle soglie di reddito che sono state fissate dalla propria università. Con il valore indicato nell’attestazione Isee, basterà cercare in quale fascia si rientra e nella quale viene dunque ricompreso il valore assoluto Isee, e verificare la somma corrispettiva che deve essere pagata, corrispondente a quella soglia reddituale.
La determinazione delle soglie di reddito serve non soltanto per verificare quale ammontare di tasse universitarie va corrisposto, ma per evitare di essere ricompresi nella soglia di riferimento più alta. Se infatti non si inoltra (molti atenei prevedono un inoltro telematico) l’attestazione Isee rilasciata dal Caf o dall’Inps, o la si inoltra oltre i termini previsti dall’università, oppure se in alternativa non si presenta un’autocertificazione reddituale, si viene automaticamente ricompresi fra la fascia di reddito più alta, con la conseguenza che verrà applicata l’aliquota massima per il calcolo dei contributi universitari da versare e si pagherà l’ammontare di tasse universitarie più elevato.

Tasse universitarie e tassa di iscrizione

Ricordiamo infine un altro aspetto importante per avere un quadro completo di tutte le spese da affrontare per l’istruzione universitaria e gli importi da pagare per essere in regola. Quanto detto finora sul calcolo delle tasse universitarie fa riferimento a quella che si può definire come tassa di frequenza, da versare quindi per ogni anno (più eventuali cifre in caso di studenti fuori corso, o salve le diminuzioni dovute per meriti accademici o casi di invalidità). Oltre a questi importi, inoltre, bisogna corrispondere anche, al momento dell’immatricolazione e quindi per il primo anno di studi universitari, la tassa d’iscrizione all’università. La cifra della tassa di iscrizione non è parametrata su soglie e corrispettive fasce di reddito, come per quelle di frequenza come abbiamo visto, ma è invece uguale per tutti gli studenti dello stesso ateneo di appartenenza. Anche in questo caso occorre fare riferimento a quanto previsto nella propria università. Gli importi sono variabili a seconda dell’ateneo di riferimento, tenendo in considerazione anche il fatto che possono essere previsti ulteriori contributi universitari da versare, come per esempio la tassa regionale per il diritto allo studio.

note

Autore immagine: Pixabay.

tratto dalla leggepertutti.it 
 

buona s.lucia a tutti

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

futuro e presente a castiglione d'adda ?

L'immagine può contenere: sMS
art.tratto da la liberta' di pc -- ediz. del lodigiano 13 dic.

martedì 12 dicembre 2017

L’Ocse bacchetta il governo: “Via la legge Fornero, lasciate lavorare i giovani!”

http://www.tg-news24.com/2017/12/08/locse-bacchetta-il-governo-via-la-legge-fornero-lasciate-lavorare-i-giovani/




L’Italia deve dare maggiori “opportunità ai giovani, la disoccupazione giovanile è infatti sempre troppo elevata: dev’essere la priorità assoluta, anche perché in un sistema previdenziale contributivo, la pensione è data dagli anni effettivi di contribuzione. Ogni anno perso di lavoro è un anno perso in termini di montante pensionistico“. A dirlo martedì è stato Stefano Scarpetta, direttore del dipartimento lavoro e affari sociali dell’Ocse, intervistato dal Gr1 Rai economia nella puntata andata in onda nel pomeriggio.
loading...
In merito al tema degli esodati, Scarpetta ha detto di sperare “che la vicenda finisca prima possibile: è stato un problema drammatico per i soggetti coinvolti, speriamo sia un problema solo temporaneo legato alla transizione che la riforma ha generato, si tratta di una priorità sociale ma anche economica”. Una bacchettata bella e buona sulle mani di Gentiloni, Padoan e di tutto il governo, nonché dei parlamentari che lo sostengono. Sembrano parole uscite dalla bocca di Matteo Salvini, che ripete da anni le medesime cose.
loading...

http://www.ilpopulista.it


comitato spontaneo idea turano

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=175292966543380&set=a.128151291257548.1073741827.100021880328583&type=3&theater
L'immagine può contenere: sMS

Agricoltura: ecco tutti i bonus e le novità

https://business.laleggepertutti.it/27322_agricoltura-ecco-tutti-i-bonus-e-le-novita
cliccate sul link 
Agricoltura: ecco tutti i bonus e le novità

Disoccupazione: quei Genitori senza Lavoro e con Figli da Mantenere

disoccupazione genitori senza lavoroUn milione e 182mila. Sono davvero tanti gli italiani che hanno dei figli da mantenere e che purtroppo non hanno un posto di lavoro. A dirlo sono le ultime rilevazioni dell'Istat, che si riferiscono alla fascia di popolazione compresa tra i 25 e i 64 anni e prendono in esame i dati dell'intero 2016. Su un totale di oltre 3 milioni mezzo di disoccupati registrati in Italia, quasi uno su tre è rappresentato purtroppo da genitori che hanno anche altre persone da mantenere. .


Ma i dati meno confortanti riguardano le variazioni tendenziali: tra il 2015 e il 2016, infatti, il numero di persone con figli che non avevano un lavoro è cresciuto di ben il 6%.

Per fortuna, la stragrande maggioranza dei genitori disoccupati (cioè un milione e 36mila) può contare sulla presenza di un altro coniuge che contribuisce al reddito familiare. Ci sono però 146mila italiani in cerca di un impiego che fanno parte di famiglie mono-genitoriali, cioè devono mantenere dei figli e non hanno neppure un partner che può sostenerli.

Ancor meno confortanti sono altri dati sulla disoccupazione pubblicati dall'Istat nei giorni scorsi, sempre riferiti all'intero 2016: in tutta Italia, secondo l'istituto nazionale di statistica, ci sono più di un milione di famiglie in cui tutti i componenti risultano oggi disoccupati: madri, padri e figli maggiorenni sono cioè tutti alla ricerca di un impiego ma non riescono a trovarlo.

Tra i genitori disoccupati, la maggior parte è rappresentata da donne che sono in totale 628 mila, di cui 128mila sono pure single e non possono contare sul sostegno di un coniuge. Il numero di padri senza lavoro è invece nell'ordine di 554mila unità.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica, l'Istat rileva che la metà delle persone con figli a carico e che risulta senza lavoro risiede nel Mezzogiorno. Si tratta di un dato ben poco sorprendente, visto che nelle regioni del Sud ci sono oggi circa 1,6 milioni di disoccupati, 500mila in più che al Nord e 1 milione in più rispetto al Centro.
Vuoi Candidarti tra i primi? Inserisci ora la tua mail e rilassati:

proloco e santa lucia a castiglione d'adda

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

IMU-TASI: la mappa dei pagamenti

http://www.pmi.it/impresa/contabilita-e-fisco/news/172026/imu-tasi-geografia-e-mappa-dei-pagamenti.html?utm_source=Facebook&utm_medium=bot&utm_campaign=Facebook%3APMI


IMU-TASI: la mappa dei pagamenti



La distribuzione delle prime e seconde case in Italia, di quelle date in comodato d'uso e di quelle affittate, con i relativi costi IMU e TASI.

 

art.tratto da pmi.it 


Nidi gratis, Brianza: 442 Comuni beneficeranno della misura

http://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/lombardia-notizie/DettaglioNews/2017/12-dicembre/4-10/nidi-gratis-brianza


E A CASTIGLIONE D'ADDA COSA SI FA?

non si aderisce e non si fanno convenzioni ad hoc?

-------------------------------------------------------------



LOMBARDIA: AGEVOLAZIONI PER LE IMPRESE APERTE

LOMBARDIA: TUTTE LE AGEVOLAZIONI PER LE IMPRESE APERTE

LOMBARDIA TUTTE LE AGEVOLAIONI PER LE IMPRESEREGIONE LOMBARDIA - Presentazione sintetica di tutte le agevolazioni aperte per le imprese:
1) - CAPITALE CIRCOLANTE E LIQUIDITÀ:
Beneficiari: Piccole e Media imprese e Grandi Imprese
2) - AVVIO NUOVE IMPRESE:
Beneficiari: PMI/Liberi professionisti attivi non più di 24 mesi aspiranti imprenditori;
3) - INVESTIMENTI IN SVILUPPO AZIENDALE:
Beneficiari: PMI
4) - INVESTIMENTI IN RICERCA, SVILUPPO E INNOVAZIONE:
Beneficiari: PMI  e imprese con meno di 3.000 dipendenti:
5) - LOMBARDIA CONCRETA:
Beneficiari: PMI dei settori turismo e commercio
6) - CREDITO DI FUNZIONAMENTO:
Beneficiari:imprese agricole
7) - OPERAZIONE 4.2.01 PSR- FEASR 14-20 - FONDO CREDITO (AGROINDUSTRIA 2):
Beneficiari: imprese agroindustriali
8) - FONDO DI ROTAZIONE PER L’IMPRENDITORIALITÀ (FRIM) – LINEA 7 “COOPERAZIONE”: 
Beneficiari:  imprese cooperative (inclusi consorzi)
9)- FONDO ARTIGIANATO MIS. B - INVESTIMENTI:
Beneficiari: imprese artigianea
10)- FONDO DI GARANZIA PER IMPRESE CHE OPERANO NEL SETTORE DELLO SPETTACOLO:
Beneficiari: imprese del settore dello spettacolo.
Leggi l'articolo sottostante per maggiori informazioni e per sapere come presentare le domande.

ANDATE SUL SITO DELLA REGIONE LOMBARDIA PER INFO
WWW.REGIONE.LOMBARDIA.IT
 

lunedì 11 dicembre 2017

parco adda sud - libri su ambiente e patrimonio ambientale del lodigiano

https://www.parcoaddasud.it/portale/it/?option=com_k2&view=itemlist&layout=category&task=category&id=1&Itemid=361





leggete i libri del parco adda sud tratti da sito i dettagli e le informazioni
----------------------------------------

Disoccupazione: quei Genitori senza Lavoro e con Figli da Mantenere Dettagli, Bando, Domanda: http://www.lavoroeconcorsi.com/disoccupazione-genitori-senza-lavoro#ixzz50xopbPDE



 disoccupazione genitori senza lavoro


http://www.lavoroeconcorsi.com/disoccupazione-genitori-senza-lavoro?utm_campaign=upnewsletter&utm_medium=emailup&utm_source=11-12-17


Un milione e 182mila. Sono davvero tanti gli italiani che hanno dei figli da mantenere e che purtroppo non hanno un posto di lavoro. A dirlo sono le ultime rilevazioni dell'Istat, che si riferiscono alla fascia di popolazione compresa tra i 25 e i 64 anni e prendono in esame i dati dell'intero 2016. Su un totale di oltre 3 milioni mezzo di disoccupati registrati in Italia, quasi uno su tre è rappresentato purtroppo da genitori che hanno anche altre persone da mantenere.
.


Ma i dati meno confortanti riguardano le variazioni tendenziali: tra il 2015 e il 2016, infatti, il numero di persone con figli che non avevano un lavoro è cresciuto di ben il 6%.

Per fortuna, la stragrande maggioranza dei genitori disoccupati (cioè un milione e 36mila) può contare sulla presenza di un altro coniuge che contribuisce al reddito familiare. Ci sono però 146mila italiani in cerca di un impiego che fanno parte di famiglie mono-genitoriali, cioè devono mantenere dei figli e non hanno neppure un partner che può sostenerli.

Ancor meno confortanti sono altri dati sulla disoccupazione pubblicati dall'Istat nei giorni scorsi, sempre riferiti all'intero 2016: in tutta Italia, secondo l'istituto nazionale di statistica, ci sono più di un milione di famiglie in cui tutti i componenti risultano oggi disoccupati: madri, padri e figli maggiorenni sono cioè tutti alla ricerca di un impiego ma non riescono a trovarlo.

Tra i genitori disoccupati, la maggior parte è rappresentata da donne che sono in totale 628 mila, di cui 128mila sono pure single e non possono contare sul sostegno di un coniuge. Il numero di padri senza lavoro è invece nell'ordine di 554mila unità.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica, l'Istat rileva che la metà delle persone con figli a carico e che risulta senza lavoro risiede nel Mezzogiorno. Si tratta di un dato ben poco sorprendente, visto che nelle regioni del Sud ci sono oggi circa 1,6 milioni di disoccupati, 500mila in più che al Nord e 1 milione in più rispetto al Centro.

Vuoi Candidarti tra i primi? Inserisci ora la tua mail e rilassati:

agricoltura-ecco-tutti-i-bonus-e-le-novita del 2018

https://business.laleggepertutti.it/27322_agricoltura-ecco-tutti-i-bonus-e-le-novita
clicca sul link


Agricoltura: ecco tutti i bonus e le novità