giovedì 5 aprile 2012

Addio di Bossi, sconcerto a Lodi

«Oggi un grande uomo ha compiuto un grande gesto». Sono queste le uniche parole, affidate ad un sms, del segretario provinciale della Lega nord. Il movimento, ieri, è tremato a causa di un terremoto: il “capo” se n’è andato, si è dimesso sotto il peso delle ultime inchieste. Così, il responsabile lodigiano, Guido Guidesi, ha preferito non parlare. Ha atteso la fine del summit nel quartier generale di via Bellerio a Milano e poi ha deciso di firmare un breve “tributo” colmo di stima per il “suo” Senatur, Umberto Bossi.
Dopo la tempesta giudiziaria che ha toccato i vertici del Carroccio, il popolo lumbard si trova spaesato, alle prese con contestazioni pesantissime che hanno investito persino il loro leader e la sua famiglia. Scandali che hanno provocato tantissimo rumore (mediatico) ma che hanno lasciato senza parole la base, un silenzio quasi irreale per un evento di portata così eccezionale.
Il segretario lodigiano, infatti, è l’unico a esprimere un commento sulla situazione, lo ribadiscono anche il presidente della Provincia Pietro Foroni, il segretario cittadino Sara Casanova, il consigliere provinciale Maurizio Villa, il sindaco di Casale Flavio Parmesani: spetta a Guidesi parlare, a nome di tutti, è questo che ribadiscono una volta contattati dal «Cittadino». Nemmeno l’ex consigliere comunale Luigi Augussori, con stretti legami in via Bellerio, commenta la caduta del capo, lo stesso vale per l’assessore al bilancio di San Cristoforo Cristiano De Vecchi. Dal consigliere del Broletto Carlo Truccolo arriva un secco “no comment”, nemmeno una parola da parte dell’ex sindaco Alberto Segalini e dell’assessore provinciale Matteo Boneschi, Alfredo Ferrari preferisce non rilasciare dichiarazioni in quanto candidato sindaco a Castiglione. Il cellulare di Maurizio Bosatra, leghista lodigiano da sempre vicino a Calderoli, ieri pomeriggio non era raggiungibile.
«È stata una grande sorpresa - si lascia andare al telefono un militante, che preferisce restare anonimo per analizzare nel dettaglio fatti e inchieste -. In questi momenti bisogna tenere duro».
Imbarazzo, stupore, un senso di spaesamento. E incertezza per il futuro. È questo che trapela nonostante tutto dal partito e dalle telefonate.
Le inchieste hanno messo nel mirino il tesoriere del movimento, Francesco Belsito, aprendo una crepa gigantesca nel Carroccio. Le accuse sono pesantissime e arrivano subito dopo lo scandalo che ha coinvolto Davide Boni, presidente del consiglio del Pirellone. Questa volta il tesoriere è indagato per truffa ai danni dello Stato, riciclaggio e appropriazione indebita. Si sono mosse in moto addirittura tre Procure (Milano, Reggio Calabria e Napoli), coordinate dalla Procura nazionale antimafia. Un macigno per il popolo “lumbard”.
Tutto è dimostrare, ma le intercettazioni finite su tutti i quotidiani nazionali e sul web hanno destato grande clamore. Nelle comunicazioni captate dagli inquirenti emergono elementi che coinvolgerebbero direttamente la famiglia di Umberto Bossi, con soldi pubblici che sarebbero stati destinati a spese private per il figlio del Senatur. Una situazione che scatenato il dibattito interno, mentre c’è già una parte del movimento che si ribella a gran voce contro quella che ha bollato come “Lega ladrona”: anche nel Lodigiano c’è chi punta il dito contro il partito all’insegna del «siete uguali agli altri».
Il vice presidente del Pirellone, Andrea Gibelli, la prima cosa che mette in chiaro è che «in Regione Lombardia non cambierà nulla». Il capo delegazione della Lega nord non entra nel merito dell’addio di Bossi ma assicura che l’amministrazione regionale porterà avanti i suoi progetti senza (ulteriori) “scossoni”: «La giunta sta facendo un lavoro importante per i cittadini e le imprese lombarde. Tutti i provvedimenti che abbiamo messo a loro disposizione sono sempre stati apprezzati. È giusto quindi continuare a lavorare per completare il programma elettorale presentato agli elettori nel 2010».
    tratto da il cittadino di lodi
     

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