mercoledì 8 agosto 2012

Codice etico della Lega nel lodigiano?


Lo scorso marzo, al Cupolone di Sant’Angelo, gli applausi del popolo lodigiano della Lega erano tutti per lui. A quell’epoca Roberto Maroni stava già combattendo la sua battaglia contro il “cerchio magico”, ma non erano ancora scoppiati gli scandali di Renzo Bossi e del tesoriere “padano” Francesco Belsito. Oggi, dopo una primavera rovente, Maroni pare saldamente al vertice della Lega: una soddisfazione per molti leghisti lodigiani, “maroniani” di ferro. Che molte sezioni del Carroccio in provincia di Lodi siano fedeli a Maroni non è un mistero e dunque, dicono i ben informati, le nuove disposizioni interne al partito non dovrebbero fare molto male tra l’Adda e il Po. Nonostante questo, il regolamento interno recentemente approvato dai nuovi vertici di via Bellerio è destinato a rivoluzionare, anche nel Lodigiano, la galassia degli incarichi degli uomini del Carroccio. Il divieto di cumulo dovrebbe scattare con le nuove cariche. Ma una panoramica dell’attuale assetto permette di individuare alcuni casi eclatanti per il territorio, destinati probabilmente a non ripetersi più. Partiamo dal sindaco di Maleo e presidente della Provincia di Lodi: stando alle disposizioni di Bobo Maroni, l’avvocato Pietro Foroni in futuro non potrebbe più cumulare il doppio incarico. Un divieto che, stante la previsione di sopprimere la Provincia di Lodi, al momento appare puramente teorico. Ci sono poi altri casi. Restando nell’ambito della Provincia di Lodi, spunta il caso di Maurizio Villa, informatore scientifico di Sant’Angelo Lodigiano, candidato sindaco per il Comune barasino lo scorso maggio. Villa è capogruppo della Lega nord in consiglio provinciale e capogruppo della Lega nord nel consiglio comunale barasino guidato da Domenico Crespi. Altri casi? Matteo Boneschi è consigliere comunale a palazzo Broletto (Lodi) e assessore provinciale nella giunta del presidente Foroni, con deleghe ad agricoltura, sport, caccia e pesca. Doppio incarico di peso anche per Alfredo Ferrari, leghista della prima ora, fresco di elezione a sindaco nella Bassa, a Castiglione d’Adda, e consigliere provinciale (guida la commissione ambiente di palazzo San Cristoforo). Nella lista dei leghisti dal doppio incarico c’è anche una donna: si tratta di Arianna Fornaroli, consigliere provinciale e capogruppo nel consiglio comunale di San Rocco al Porto. Non una grande “incompatibilità” insomma (c’è chi ricorda che il comasco Leonardo Carioni ha cumulato fino a sette cariche), ma il rischio è che rientri anche lei nella “sforbiciata” voluta da Maroni. «Casi clamorosi di doppi incarichi in provincia di Lodi non ve ne sono - afferma un alto esponente leghista lodigiano - inoltre in caso di doppio incarico uno dei due “stipendi” non viene percepito». E se il presidente Foroni avrebbe già rifiutato un importante incarico in una delle società collegate alla Tem (“poltrona” proposta pare direttamente da Guido Podestà), nel Lodigiano il “nocciolo duro” della Lega è convinto che il nuovo regolamento di Maroni serva a portare una ventata di novità. Un po’ come le scope agitate dai “giovani padani” alla serata dell’orgoglio leghista di Milano, in pieno scandalo Belsito. Un po’ come le bandiere sventolate al Cupolone di Sant’Angelo, lo scorso marzo, quando parlò Maroni. Accanto all’ex ministro, sul palco barasino, il collega Roberto Calderoli. Al quale il popolo leghista lodigiano non riservò certo lo stesso trattamento. Lorenzo Rinaldi tratto da il cittadino di lodi

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