venerdì 14 settembre 2012

Cavenago, il caso-discarica spacca la giunta provinciale

Cavenago d’Adda La discarica di Cavenago torna a dividere la Provincia. La quale, chiamata nelle figure degli assessorati all’ambiente e alle attività produttive a chiarire il futuro del sito dal comitato “No ampliamento discarica”, rimanda quest’ultimo ai pareri tecnici della conferenza di servizi sulla richiesta di “riprofilatura” avanzata da Ecoadda; e nel frattempo vede incendiarsi i rapporti tra il settore ambiente guidato da Elena Maiocchi, che difende l’operato della maggioranza, e quello dell’urbanistica, il cui assessore Nancy Capezzera non recede dal giudizio negativo sul conferimento di nuovi rifiuti a Soltarico e sulla gestione della vicenda già espressi a inizio agosto. Quindi? «Io capisco le ragioni del Comitato sorto a Cavenago - premette l’assessore all’ambiente Elena Maiocchi -, ma sulla realizzabilità o meno del progetto di Ecoadda deve esprimersi la conferenza di servizi, che peraltro non è ancora stata fissata, e sulla quale conteranno i pareri dei tecnici, non della politica. E quella che non sarebbe un ampliamento, ma una minima risagomatura, non è detto che vada in porto». Punto e a capo? No, perché Maiocchi non accetta la teoria del “silenzio assordante” e, senza fare nomi («basta leggere i giornali») avverte: «Se qualcuno dei miei colleghi e consiglieri di maggioranza ha voluto dire che non ho condiviso, non è vero e ne ho le prove. Si sono fatte diverse riunioni di maggioranza sulla questione, tutta la Provincia è informata sullo stato dei fatti: e se ci sarà un leggero innalzamento sarà, è perché è stato condiviso, come fu condiviso il “no” all’ampliamento perché avrebbe avuto un impatto paesaggistico troppo forte». La campana dell’assessore Capezzera, presumibile “bersaglio” degli strali al pari del consigliere Buonsante, suona però una musica diversa. Conferma che, quando verrà coinvolta per la competenza paesaggistica, il suo parere «non sarà favorevole». E ribadisce la contrarietà alla “riprofilatura” che permetterebbe a Ecoadda di “alzarsi” di 2,5 metri, portando nella discarica circa altre 110mila tonnellate di rifiuti. «Personalmente è dal 2010 che ho sempre cercato di capire cosa ci fosse “oltre” alla discarica. Dissi ciò che credevo, che non andava ampliata e che il difetto stava nel piano rifiuti. Su quello, il presidente Foroni portò avanti un progetto in modo convinto e serio col consiglio, e per noi era chiusa: oggi invece arriva questa richiesta. Per me non c’è bisogno di altri materiali, e gli impianti resterebbero più a lungo della fine del conferimento, saremmo sempre l’ultima ruota del carro. Quanto al “silenzio assordante”, il comitato porge domande chiare a interlocutori precisi, con nomi e cognomi (Maiocchi e Pedrazzini, ndr): e il mio non c’è, forse perché la mia risposta era già chiara al 5 agosto. Bisogna giocare a carte scoperte: lo si è già fatto troppo a lungo ai margini delle autorizzazioni». La questione, insomma, dopo Cavenago infiamma anche la giunta. Ciò nonostante la stessa Provincia, nel marzo 2011, annunciando il “no” definitivo all’ampliamento e il contestuale esaurimento della discarica per il 2012, avesse ammesso la remota possibilità di un ulteriore, esiguo ampliamento, tra le 50 e le 100mila tonnellate. Un’ipotesi rimasta un po’ troppo tra le righe, quando dandole più credito, forse, si sarebbero evitati almeno gli equivoci: ampliamenti, silenzi o riprofilature che si voglia.Al.Be. TRATTO DA IL CITTADINO LODI

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