lunedì 17 settembre 2012

italgas progetto di cornegliano laudense «Gas, deposito a prova di bomba»

Cornegliano Una duna di sabbia compattata, spessa circa 30 metri, 1.500 sotto il livello del suolo. Nessuna cavità: il gas, complessivamente 2,2 miliardi standard di metri cubi, del futuro deposito di stoccaggio di Cornegliano sarà iniettato tra i grani di sabbia attraverso 14 pozzi. A fare da “tappo” all’ex giacimento, scoperto dai tecnici dell’Eni nel 1952 e rimasto in attività fino al 1997, sarà uno strato d’argilla di circa 500 metri, mentre sul fondo ci sarà dell’acqua, salata e risalente alla stessa era geologica del giacimento. In superficie? Le valvole dei pozzi, due stazioni di trattamento (per liberare il gas da eventuali residui d’acqua, funzionanti con motori elettrici), quattro sale di compressione, un camino di sfiato a freddo alto 49 metri, capace di liberare tutto il gas presente nel giacimento nell’aria in tempo massimo di 30 minuti in caso di emergenza. Una rassicurazione che non è bastata, venerdì sera, al comitato Ambiente e salute nel Lodigiano nel consiglio comunale aperto. Al sindaco di Cornegliano, Matteo Lacchini, il compito di riassumere l’iter aperto nel 2001 per l’autorizzazione a Ital Gas Storage srl da parte del ministero dello Sviluppo economico, di concerto con Regione Lombardia e ministero dell’Ambiente e del paesaggio. Per il ministero c’erano l’ingegnere Liliana Panei e il collega Marcello Strada dell’Ufficio nazionale per gli idrocarburi e le georisorse a inquadrare progetto e standard di sicurezza. Un’attività, quella di stoccaggio, che dal 2009 è sottoposta alla direttiva Seveso per gli impianti industriali a rischio di incidente rilevante. Proprio sui pericoli i cittadini hanno chiesto garanzie e spiegazioni, anche a Walter Di Rocco, presente alla sala in qualità di direttore del dipartimento Arpa di Lodi. Tra le ipotesi che più fanno paura a Cornegliano c’è anche l’errore umano di uno dei circa dieci tecnici presenti nella sala di controllo presidiata 24 ore su 24, con un impiego di personale pari a circa 30 unità per assicurare i turni. «Dal punto di vista di acqua e aria abbiamo trovato il progetto coerente, abbiamo espresso riserve sul rumore - ha spiegato Di Rocco - : ovvio ora rimane un rischio residuo che è quello contenuto in qualsiasi attività industriale. L’errore è un’ipotesi di rischio calcolata al pari delle altre». Altro “capitolo” caldo le emissioni in atmosfera «che sono 100 volte al di sotto dei limiti della normativa, fermandosi a 0,044 microgrammi per metro cubo, ma ci siamo impegnati a installare centraline di controllo - ha spiegato Vincenzo Rosati, responsabile tecnico di Ital Gas che ha aggiunto - : questo impianto porterà 400 posti di lavoro in due anni di cantiere e i 30 lavoratori che si stabiliranno qui porteranno indotto alla comunità; indotto garantito anche dalle manutenzioni necessarie. Ci siamo anche impegnati a fornire compensazioni economiche (circa 4,5 milioni di euro tra Provincia e Comune) anche in assenza di un preciso obbligo di legge». Dichiarazioni che hanno suscitato più di un malumore in sala dove molti si sono chiesti perché investire milioni di euro in un impianto sottoposto a normativa per attività a rischio incidente rilevante se il gas che contiene potrà servire al paese per andare avanti solo pochi giorni in caso di black-out. «È il picco di gas di 27 milioni di metri cubi al giorno che ci può salvare da un blocco in caso di crisi - ha assicurato l’ingegnere Panei - : nessuna attività umana è esente da rischi». Rossella Mungiello tratto da il cittadino lodi



CORNEGLIANO Mascherina anti polveri
sul volto, volantini alla mano per
dire che «un consiglio comunale
aperto a dieci anni dall’avvio dell’iter,
è una farsa». Questa la provocazione
dei membri del Comitato
ambiente e salute nel Lodigiano, che
hanno manifestato
il loro dissenso
per l’iniziativa
«tardiva» dell’amministrazione
di venerdì. E
in cui il sindaco
Matteo Lacchini
si è comunque
fatto portavoce
delle istanze del
comitato consegnando
“brevi
manu” all’ingegner
Liliana Panei
del ministero
i l dossier con
dubbi e perplessità
del movimento. Domande che i
membri del comitato, insieme ad altri,
hanno cercato di far sentire. E
che hanno toccato temi diversi, dalla
salute, con il capitolo emissioni, alla
svalutazione delle case nei presi del
deposito, alle assicurazioni in caso
di danni. «Abbiamo già stipulato polizze
con Lloyd per la durata dei cantieri
che saranno poi convertite a lavori
ultimati ha
spiegato Vincenzo
Rosati di Ital Gas ;
abbiamo già contratti
di consulenza con i migliori
studi di ingegneria di Londra per le
fasi di progettazione». A prendere
posizione anche il consigliere comunale
Mario Giavardi per l’opposizione
di Nuova laudense, che ha definito
i l pro get to
«scellerato» e ha
poi accusato il
collega di opposizione
Emanuele
Arensi (Pdl), di
aver diffuso dati
non corretti sul
quantitativo di
g as s toc cato.
Arensi, dal suo
canto, ha ammesso
l’errore, ma ha
sottolineato la
bontà del progetto.
Alfredo Ferrari,
presidente della
commissione
provinciale ambiente, ha sottolineato
l’attenzione della Provincia per la
salute e ha chiarito l’impegno a mettere

a disposizione tutta la documentazione.
«La nostra finalità non è
convincere qualcuno né di perorare
una causa ha
detto Lacchini ,
ma
un’opportunità per approfondire, la
dimostrazione che senza alcun preconcetto
si è accolta la richiesta di
una parte della cittadinanza».

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