lunedì 26 novembre 2012

Castiglione n La storia tragica dei quattro uomini è stata rievocate ieri mattina all’Incoronata

Castiglione «Ricordiamo uno spaccato di storia di Castiglione d’Adda, il sacrificio, la dedizione di questi uomini che hanno voluto esprimere un ideale. Il tempo e la storia hanno tante luci ed ombre ma solo la fede in Gesù Cristo che conosce la Verità ci può guidare verso la linea della luce e della Resurrezione Eterna». Con queste parole don Antonio Valsecchi, parroco di Castiglione d’Adda ha introdotto la santa messa, celebrata nella chiesa dell’Incoronata,in suffragio dei quattro combattenti per la libertà, tre di Castiglione ed uno di Castelleone, barbaramente trucidati a Crema il 29 novembre del 1944. La manifestazione commemorativa è stata organizzata dall’associazione nazionale Partigiani d’Italia (Anpi) guidata da Gianni Grioni e dall’amministrazione comunale presieduta dal sindaco Alfredo Ferrari con due diversi momenti solenni: la santa messa nel paese lodigiano e, a seguire, la partecipazione alla cerimonia ufficiale a Crema, all’esterno dello stadio Voltini, dove è stata collocata la lapide dei partigiani con la posa della corona di alloro. Un episodio tragico di una violenza raccapricciante che vogliamo ricordare. Il più anziano dei quattro era Gaetano Paganini, classe 1907, detto “Biscela” ed era di Castiglione d’Adda come pure Luigi Bestazza, classe 1921, detto “Galinin” e Antonio Pedrazzini detto “Uslin”, anche lui del ‘21. Il quarto era di Castelleone e si chiamava Ernesto Monfredini, classe 1920.I quattro partigiani furono catturati dalla brigata nera Felisari di Crema e dai fascisti di Castelleone, barbaramente torturati e portati in giro per le strade di Crema allo scopo di esibirli come macabro trofeo di guerra. Erano quasi irriconoscibili per le percosse ricevute. Il mattino del 29 novembre, i fascisti obbligarono le fabbriche di Crema a restare chiuse e i lavoratori, assieme ai cittadini, dovettero assistere al passaggio del camioncino con sopra i quattro partigiani seduti sulla propria bara. All’arrivo al campo sportivo, i fascisti obbligarono i quattro a portare a spalle la propria bara, attaversando il campo, mentre venivano picchiati.Inizialmente, i fascisti impedirono ai parenti di avvicinarsi ai loro cari. Le bare con le spoglie dei quattro eroici partigiani furono portate al cimitero di Crema dove avvenne la veloce sepoltura. Soltanto dopo sei mesi, quindi dopo la Liberazione, divenne possibile la traslazione delle salme. Le bare di Gaetano Paganini, Luigi Bestazza e Antonio Pedrazzini vennero portate a Castiglione d’Adda su un carro agricolo. Nell’occasione della commemorazione è stata ricordato anche il partigiano Sante Pizzavini, castiglionese amico inseparabile degli altri combattenti, che prima della cattura dei quattro partigiani, fu ferito ad una coscia in un agguato e morì dissanguato.Francesco Dionigi TRATTO DA IL CITTADINO LODI

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