lunedì 12 maggio 2014

TASSE LOCALI O IMPOSIZIONI STATALI?


TASSE LOCALI O IMPOSIZIONI STATALI?
Egr. direttore,
mi permetto di scriverle per un passaggio delicato e controverso, cioè quello della tassazione locale dei comuni e delle riflessioni su un tema dibattuto e poco chiaro ai cittadini. I vari governi che si sono succeduti hanno imposto regole in continuo cambiamento richiedendo massimo impegno e studio da parte di tutti i sindaci, sia perché non c’è chiarezza assoluta sulle cifre, sia perché gli enti locali vengono “usati” come incubatori di confronto unilaterale verso lo stato e di  agente impositivo di tassazione locale incaricando gli enti locali di demando per fare “partite di giro contabili a favore dello stato. Questo sistema non mi piace e soprattutto toglie dignità e “responsabilità diretta” allo stato che dovrebbe semplificare e dare certezze invece di inventarsi decreti su decreti e fare “spazientire e incavolare” tutti i cittadini verso le istituzioni e la politica in generale. Tra IUC,TASI,TARI,SPENDING REVIEW,PATTO DI STABILITA’,TESORERIA UNICA  STATALE e altre “ finte riforme” ,non ne possiamo più di giustificare il caos normativo e di fare da scudo verso i cittadini che poi se la prendono con i comuni perché mescolano le cifre e le responsabilità. La verità parziale o totale, a seconda delle vedute, è che lo stato non sa più dove reperire le cifre per pareggiare il bilancio e per mantenere fede agli impegni con la comunità europea del famoso o fumoso “FISCAL COMPACT” , cioè il debito sovrano pubblico da riequilibrare dal 2015  con un rientro di 50 MLD di euro annui. QUESTE PICCOLE RIFLESSIONI, PARLANDO CON TANTI LODIGIANI, SEMBRANO LONTANO DALLE NS. PICCOLE REALTA’ AMMINISTRATIVE, INVECE SONO LA CONSEGUENZA DI TANTE DIFFICOLTA’ CHE INCONTRIAMO AD AMMINISTRARE: VA BENE FARE I SACRIFICI MA CHI SPIEGA AI CITTADINI CHE ESISTONO REALTA’ MOLTO PRIVILEGIATE E ALTRE COME LE NS. PENALIZZATE DA UNA AMMINISTRAZIONE DELLO STATO FAZIOSA , INCONCLUDENTE E SOCIALMENTE DISCRIMINANTE PER GLI ENTI VIRTUOSI? Mi permetto di dire questo, in quanto, ad esempio, abbiamo chiuso il consuntivo del 2013  con 180.000 di avanzo dobbiamo tenere bloccati questi soldi per il rispetto del patto di stabilita’ nel 2014. perche’ non possiamo fare opere pubbliche o chiudere altri problemi finanziari del comune a favore dei cittadini? dove sono finite tutte le promesse DI SBLOCCO DELLE RISORSE PER ENTI VIRTUOSI? perché hanno dato a Roma capitale €560 miliardi di euro con decreto e noi non possiamo spendere il ns. avanzo per asfaltare le strade ad esempio? Premesso che le nuove tasse non piacciono a nessuno, la debuttante Tasi è riuscita come nessun’altra imposta a fare subito il pieno di critiche. Intanto non si capisce come funziona, ma bisognerà chiarirsi le idee in fretta perché la prima rata scade il 16 giugno e chiunque possiede un immobile dovrà pagarla. Non solo: sull’abitazione principale la Tasi verrà in molti casi a costare più della precedente Imu che va a sostituire e comunque presenterà differenze ingiustificate da un Comune all’altro a seconda delle detrazioni fissate. Infine la Tasi (sommata alla Tari e all’Imu) farà aumentare del 28% il carico fiscale che grava complessivamente sugli immobili, ovvero considerando anche le imposte sull’acquisto e sull’affitto di un cespite. Uno strano risultato per una riforma che si proponeva di eliminare la tassazione almeno sulla prima casa. Più in dettaglio, la Tasi (Tassa sui Servizi Indivisibili) insieme con la Tari (la ex Tares, ovvero l’imposta sui rifiuti) e con l’Imu vanno a costituire la Iuc, l’Imposta Unica Comunale (detta anche service tax), che accorpa tutte le tasse locali relative agli immobili commerciali e abitativi. Dovrà pagarla chiunque possieda un immobile o lo occupi in affitto. Come premesso, prima ancora di pagarla, la tortura è capire come funziona: si paga l’1 per mille l’anno, aumentabile fino al 2,5, che può però salire di un ulteriore 0,8 arrivando al 3,3, ma lo 0,8 deve essere ripartito tra abitazioni principali e non. Sulle seconde case invece la Tasi si somma all’Imu ma non deve superare l’1,06%, anche se poi può arrivare fino all’11,4, sempre per mille. Insomma un bel rebus. Per capirne di più occorre procedere per gradi. L’imposta va calcolata sulla stessa base imponibile dell’Imu, ovvero il valore catastale rivalutato del 5% e poi del 60. Per l’abitazione principale la Tasi sostituisce l’Imu, mentre sugli altri immobili si somma all’Imu. Penso che serve veramente un grande salto culturale per non fare la fine della Grecia e di altre nazioni in difficoltà, ma le premesse ci sono tutte e quindi sta ai cittadini dare mandato alla politica di cambiare queste condizioni di accesso alla comunità europea per una dignità corretta e concreta: non piangiamo sul latte versato ma cambiamo rotta insieme, con chi vuole cambiare sul serio!
Alfredo Ferrari
Sindaco di Castiglione d’Adda
12/05/2014    

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