mercoledì 6 giugno 2018

Reddito di cittadinanza e Rei, chi ne ha diritto

Reddito di cittadinanza e Rei, chi ne ha diritto 

 

Reddito di cittadinanza e Rei, chi ne ha diritto
Reddito d’inclusione e nuovo reddito di cittadinanza: quali sono i requisiti per ottenere i sussidi?
Da un reddito di 540 euro mensili per una famiglia di 5 e più persone, a un reddito pari a 780 euro mensili a testa: è questa, in parole povere, la principale differenza tra Rei e reddito di cittadinanza, cioè tra l’attuale reddito d’inclusione al futuro sussidio contro la povertà promesso dal nuovo Governo.
L’ammontare dell’assegno mensile non è, peraltro, l’unica differenza, considerando che per aver accesso al nuovo reddito di cittadinanza i requisiti saranno molto meno stringenti di quelli richiesti per il Rei, in quanto avranno diritto all’integrazione tutti coloro che possiedono un reddito inferiore a 780 euro mensili.
Ad oggi, invece, possono accedere al Rei soltanto le famiglie con Isee non superiore a 6mila euro, Isr (indicatore della situazione reddituale) non superiore a 3mila euro e determinati requisiti collegati al patrimonio immobiliare e mobiliare (per farla breve, la famiglia deve possedere solo la casa di abitazione, pochi soldi in banca, non deve possedere auto nuove o imbarcazioni).
Ma procediamo per ordine e vediamo quali sono, in base alle attuali proposte, chi ha diritto al reddito di cittadinanza e al Rei.

Come funziona il Rei

L’attuale reddito d’inclusione Rei è un assegno mensile che può arrivare sino a circa 540 euro e può essere erogato per un massimo di 18 mesi, inizialmente destinato alle famiglie con figli minori o inabili, donne in gravidanza o disoccupati over 55 ed ora concesso a tutti i nuclei familiari più bisognosi, a prescindere dalla loro composizione.
Il Rei è erogato attraverso una carta acquisti, la Carta Rei: come la vecchia Social Card, la Carta Rei è emessa da Poste Italiane, consente l’acquisto dei generi di prima necessità e il pagamento delle utenze. Inoltre, offre la possibilità di prelevare contanti sino alla metà dell’importo mensile riconosciuto. La carta Rei dà inoltre diritto a uno sconto del 5% sugli acquisti nei negozi e nelle farmacie convenzionate e a delle riduzioni nella fornitura di energia elettrica e gas.

A quanto ammonta il Rei

Nel dettaglio, se la famiglia ha:
  • un solo componente, il Rei è pari a 187,5 euro mensili;
  • 2 componenti, 294,4 euro mensili;
  • 3 componenti, 382,5 euro mensili;
  • 4 componenti, 461,3 euro mensili;
  • 5 o più componenti, 539,82 euro mensili.

Chi ha diritto al Rei

Il Rei spetta alle famiglie:
  • il cui indice Isee, cioè l’indicatore della situazione economica della famiglia (si tratta, in parole semplici, di un indice che “misura la ricchezza” della famiglia), non supera 6mila euro;
  • il cui indicatore Isre non supera i 3mila euro;
  • con un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20mila euro (in pratica, la famiglia può possedere solo un immobile di scarso valore oltre all’abitazione);
  • con un patrimonio mobiliare massimo tra i 6mila e i 10mila euro a seconda del numero dei componenti del nucleo (in parole semplici, tra conti, libretti e carte di tutti i familiari non si devono superare i 10mila euro);
  • senza imbarcazioni da diporto o navi;
  • senza auto o moto immatricolate nei 24 mesi precedenti la richiesta del sussidio, salvo i veicoli destinati ai disabili.
Chi richiede il Rei deve inoltre essere:
  • cittadino italiano;
  • in alternativa, cittadino dell’Unione Europea, o suo familiare che sia titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, oppure cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o apolide in possesso di analogo permesso o titolare di protezione internazionale (asilo politico, protezione sussidiaria);
  • deve poi risiedere in Italia, in via continuativa, da almeno due anni al momento di presentazione della domanda.
Per quanto riguarda l’indicatore della situazione reddituale Isr, la soglia che dà diritto al Rei è pari, come abbiamo visto, a 3mila euro: in sede di prima applicazione, però, viene coperta solo al 75%. Ciò vuol dire che, inizialmente, la soglia con cui confrontare le risorse economiche del nucleo familiare è pari, per un singolo, a 2.250 euro (75 % di 3mila), e cresce a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare (viene infatti proporzionata per mezzo della scala di equivalenza).
I parametri della scala di equivalenza corrispondenti al numero di componenti del nucleo familiare, come definiti dal decreto Isee, sono i seguenti:
  • un componente: 1,00
  • 2 componenti: 1,57
  • 3 componenti: 2,04
  • 4 componenti: 2,46
  • 5 componenti: 2,85.
Il parametro della scala di equivalenza è incrementato di 0,35 per ogni ulteriore componente il nucleo familiare. Tuttavia, dato che nel 2018 si applica un tetto massimo di importo annuale, questo comporta l’abbattimento dell’importo massimo annuo erogabile ad un nucleo di 6 componenti, anche se la famiglia è più numerosa.

Come funzionerà il reddito di cittadinanza

Il nuovo reddito di cittadinanza sarà una prestazione economica accreditata a favore di coloro che possiedono un reddito sotto la soglia di povertà.
È considerato al di sotto della soglia di povertà ai fini del reddito di cittadinanza chi possiede un reddito inferiore ai 780 euro mensili, in caso di nucleo familiare con un solo componente.
Per una famiglia di tre persone, con genitori disoccupati a reddito zero e figlio maggiorenne a carico, il reddito di cittadinanza del nucleo sarà pari a 1560 euro al mese. Per una coppia di pensionati con pensioni minime da 400 euro ciascuno, il reddito di cittadinanza sarà pari ad altri 370 euro per la coppia, come integrazione al reddito.
Il reddito di cittadinanza, che dovrebbe interessare una platea di 9 milioni di italiani, sarà esentasse e non pignorabile.

Chi avrà diritto al reddito di cittadinanza

Potranno chiedere il reddito di cittadinanza i cittadini maggiorenni che soddisfano una delle seguenti condizioni:
  • si trovano in stato di disoccupazione o risultano inoccupati (cioè non hanno mai lavorato);
  • percepiscono un reddito di lavoro inferiore alla soglia di povertà, cioè sotto i 780 euro mensili;
  • percepiscono una pensione inferiore alla soglia di povertà, pari, come abbiamo detto, a 780 euro mensili.
Ad oggi, non sono stati menzionati ulteriori requisiti, oltre quelli reddituali, per ottenere il reddito di cittadinanza. Alcune proposte, però, hanno ipotizzato una misura meno incisiva, chiamata reddito di autonomia: queste proposte prevedono, tra i requisiti, un Isee inferiore a 20mila euro.

Chi lavora ha diritto al Rei?

Il Rei è compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa, purché la famiglia non superi il limite Isee di 6mila euro annui e il limite Isr di 3mila euro.
A questo proposito, giova ricordare che si considera in stato di disoccupazione anche chi possiede un reddito da lavoro dipendente o autonomo rispettivamente pari a un massimo di 8mila euro o 4.800 euro su base annua.
Se uno o più componenti della famiglia lavorano, si deve comunicare lo svolgimento dell’attività attraverso l’apposito modulo Rei- Com (che si trova in una sezione della domanda Rei).
Non è invece possibile ricevere assieme al Rei la Naspi o altri ammortizzatori sociali per la disoccupazione.

Chi lavora avrà diritto al reddito di cittadinanza?

Il reddito di cittadinanza, come abbiamo osservato, sarà compatibile con l’attività lavorativa: nello specifico, se il lavoratore ha un contratto part time, il suo salario sarà integrato, attraverso il reddito di cittadinanza, fino ad arrivare a 780 euro al mese.
Naspi e altre prestazioni collegate allo stato di disoccupazione saranno compatibili col reddito di cittadinanza sino al limite di 780 euro mensili.

Chi percepisce prestazioni di assistenza ha diritto al Rei?

Se uno o più componenti della famiglia fruiscono di altri trattamenti assistenziali oltre al Rei, esclusi quelli non sottoposti a limiti di reddito, il valore mensile del Rei è ridotto in corrispondenza al valore mensile di queste prestazioni. Se i trattamenti sono corrisposti con periodicità diversa da quella mensile, il loro ammontare viene calcolato rapportandolo al numero di mesi a cui si riferisce.
Nel caso, invece, di prestazioni corrisposte in un’unica soluzione, queste sono considerate in ciascuno dei dodici mesi successivi per 1/12 del loro valore.
Non incidono sull’importo del Rei:
  • gli arretrati;
  • le indennità per i tirocini finalizzati all’inclusione sociale, all’autonomia delle persone e alla riabilitazione;
  • le specifiche misure di sostegno economico, aggiuntive al beneficio economico del Rei, individuate nell’ambito del progetto personalizzato a valere su risorse del comune o dell’ambito territoriale;
  • le riduzioni nella compartecipazione al costo dei servizi;
  • eventuali esenzioni e agevolazioni per il pagamento di tributi;
  • il rimborso di spese sostenute, i buoni servizio o altri titoli che svolgono la funzione di sostituzione di servizi.

Chi percepisce prestazioni di assistenza avrà diritto al reddito di cittadinanza?

Anche il valore mensile del reddito di cittadinanza, come il Rei, sarà ridotto in corrispondenza al valore mensile di eventuali prestazioni di assistenza di cui fruiscono uno o più componenti del nucleo familiare. In particolare, le prestazioni saranno compatibili col reddito di cittadinanza sino al limite di 780 euro mensili per ogni familiare del nucleo.

Per aver diritto al Rei si deve cercare lavoro?

Il Rei può essere riconosciuto soltanto alle famiglie che aderiscono a un programma d’inclusione sociale e lavorativa: in pratica, i componenti del nucleo familiare si devono impegnare attivamente per conseguire una qualifica e trovare un impiego, secondo il progetto che verrà appositamente predisposto per loro, pena la revoca del reddito d’inclusione.
Nello specifico, per ottenere il Rei l’intera famiglia deve partecipare a un progetto personalizzato di inclusione attiva: deve, cioè, aderire a un programma che prevede la formazione, la riqualificazione e la ricerca attiva di lavoro di tutti i componenti del nucleo.
Firmando il progetto d’inclusione, tutti i membri della famiglia beneficiaria del Rei si impegnano a svolgere le seguenti attività:
  • presentarsi alle convocazioni dei servizi sociali del Comune responsabili del progetto;
  • cercare attivamente lavoro;
  • aderire a iniziative per il rafforzamento delle competenze nella ricerca attiva di lavoro;
  • aderire a iniziative di carattere formativo o ad altre iniziative di politiche attive o di attivazione;
  • accettare le offerte di lavoro congrue;
  • assicurare la frequenza e l’impegno scolastico (se minori di 18 anni);
  • mettere in atto comportamenti di prevenzione e cura volti alla tutela della salute.
In caso di ripetuti comportamenti inconciliabili con gli obiettivi del progetto da parte dei componenti della famiglia beneficiaria, il Rei può essere ridotto o revocato.

Per aver diritto al reddito di cittadinanza si dovrà cercare lavoro?

Anche per quanto riguarda il diritto al reddito di cittadinanza sarà necessaria la partecipazione alle iniziative di politica attiva del lavoro; sarà infatti obbligatorio (a meno che l’interessato non sia pensionato):
  • iscriversi presso i centri per l’impiego e offrire subito la disponibilità al lavoro;
  • iniziare un percorso per essere accompagnati nella ricerca del lavoro dimostrando la reale volontà di trovare un impiego;
  • offrire la propria disponibilità per progetti comunali utili alla collettività (8 ore settimanali);
  • frequentare percorsi per la qualifica o la riqualificazione professionale;
  • effettuare ricerca attiva del lavoro per almeno 2 ore al giorno;
  • comunicare tempestivamente qualsiasi variazione del reddito;
  • accettare uno dei primi tre lavori che verranno offerti.
Chi ha un lavoro a tempo pieno, ma è sottopagato, avrà comunque diritto all’integrazione del reddito, senza bisogno di partecipare alle iniziative di politica attiva del lavoro.

Come si chiede il Rei

Il Rei può essere attualmente richiesto presso il proprio comune di residenza e presso i punti per l’accesso al Rei, identificati dai comuni.
Per presentare la domanda deve essere utilizzato l’apposito modello predisposto dall’Inps, disponibile anche sul sito dell’Inps e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Il nucleo familiare, all’atto della domanda, deve essere in possesso di una dichiarazione Isee in corso di validità.
I comuni, ricevuta la domanda, devono comunicare all’Inps, entro 15 giorni lavorativi, attraverso le modalità telematiche predisposte dall’Istituto, le informazioni contenute nel modulo di domanda (le comunicazioni avvengono secondo l’ordine cronologico di presentazione).
I comuni devono poi verificare i requisiti di residenza e di soggiorno, comunicandone l’esito non oltre 15 giorni lavorativi dalla richiesta del Rei, e, in caso di componente del nucleo in condizione di gravidanza accertata, la documentazione medica, rilasciata da una struttura pubblica, attestante lo stato di gravidanza e la data presunta del parto.
L’Inps, a sua volta, verifica, entro 5 giorni lavorativi dalla trasmissione della domanda, il possesso dei requisiti per l’accesso al Rei, sulla base delle informazioni disponibili nei propri archivi e in quelli delle amministrazioni collegate.
In caso di esito positivo delle verifiche di competenza dei comuni e degli ambiti territoriali, nonché delle verifiche effettuate dall’Istituto, il Rei è riconosciuto dall’Inps condizionatamente alla sottoscrizione del progetto personalizzato, o del patto di servizio o del programma di ricerca intensiva di occupazione. Il riconoscimento condizionato del beneficio è comunicato dall’Inps agli ambiti territoriali e ai comuni interessati entro il termine di 5 giorni dalla comunicazione delle informazioni contenute nel modulo di domanda di Rei da parte dei Comuni o degli ambiti territoriali.
Successivamente, l’Inps dispone il versamento del beneficio, che decorre dal mese successivo alla presentazione della domanda ed avviene a cadenza mensile.

Come si chiede il reddito di cittadinanza?

Ad oggi non è ancora possibile fare domanda per il reddito di cittadinanza, in quanto si tratta soltanto di una proposta, le cui eventuali tempistiche non sono conosciute.


L’AUTORE:

laleggepertutti.it

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