lunedì 15 agosto 2011

ABOLIZIONE DELLA PROVINCIA E DEI COMUNI LODIGIANI?

ABOLIZIONE DELLA PROVINCIA E DEI COMUNI LODIGIANI?
Egr. Direttore,
il decreto legge del 13 agosto, già pubblicato in gazzetta ufficiale, che ha sconvolto gli equilibri amministrativi della Provincia di Lodi merita un inciso territoriale. La responsabilità di gestire un debito pubblico altissimo e disastroso da parte del governo doveva per forza impegnare gli amministratori pubblici in riforme urgenti ed emergenziali, per non fare la fine della Grecia, ma le “colpe” di questa situazione vanno elencate e sedimentate al meglio. I tagli lineari enunciati portano a questa bozza progettuale che spero venga modificata in campo aperto da tutti i soggetti pubblici e da tutte le forze politiche, visto che il testo è aperto al cantiere parlamentare, ma l’amarezza di vedere la nostra Provincia tagliata in modo repentino non mi trova d’accordo, definita come Ente Inutile. Penso che l’autonomia e la riforma della Carta delle autonomie locali vada accelerata al massimo, come processo che sancisca l’entrata in vigore del federalismo fiscale e della sostenibilità della programmazione con sufficienti risorse territoriali per ogni ambito.: in parole povere le tasse devono stare vicino ai territori e non venire dilapidate in tutta la penisola con scellerate politiche assistenzialiste e sussidiarie solo di sprechi pubblici. Inoltre, gli sprechi sono da mettere una volta per tutte nel piatto della discussione e vanno estrapolati col il bisturi dalla pancia malata del paese. I deficit paurosi della sanità che vengono prodotti in alcune regioni gridano vendetta e chiedono di essere evidenziati, in quanto sono quelli che producono effetti devastanti sul debito pubblico. Corretto non tagliare i famosi Lea (livelli essenziali di assistenza) , ma la pentola ormai bolle troppo per non toccare più questi rivoli. Serve un patto di stabilità regionalizzato in modo che chi amministra male deve risponderne in prima persona e non deve più essere rieletto, facendo inoltre pagare i deficit ai propri concittadini. Inoltre, le capacità economiche e sociali impongono una lotta dura alle attività sommerse, in quanto non è possibile che esista agli atti uno stato che si permette il lusso di avere 120 mld di euro all’anno di attività sommerse, come certificato da vari enti dello stato stesso. Sicuramente non è colpa della Provincia di Lodi quanto è avvenuto in altre parti del paese “poco virtuose”. Certo che se questo era l’anno del 150 della Unità D? Italia, i festeggiamenti sono addirittura disastrosi per la vita dei cittadini. Dico questo in quanto seguo con apprensione, vista la mia professione lavorativa, i mercati finanziari e, il fenomeno è chiaro: siamo sotto attacco da parte di operatori oltreoceano che vogliono “comprarci” a prezzo di saldo, noi e le nostre aziende che, con i tracolli di borsa e dei titoli di stato, vengono sottocapitalizzate e sono fortemente appetibili. Inoltre tutti i problemi degli Usa, non erano certo in preventivo e questo scenario ha ulteriormente aggravato la situazione della UE27 e dei paesi potenzialmente più deboli come il nostro. Stando alla Provincia di Lodi, e ai Comuni che verrebbero eliminati, io dico che la parola d’ordine è quella dei consorzi e della unione dei servizi, senza però togliere l’identità ad Enti Locali che sono la prima linea vera di rapporto con il cittadino e che garantiscono una qualità della vita decente ai lodigiani. L’art. 133 della costituzione, citato nel decreto da la linea di quanto i Comuni potranno anche loro essere protagonisti del futuro con il coordinamento della Provincia stessa : “Il mutamento delle circoscrizioni provinciali e la istituzione di nuove Provincie nell'ambito d'una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, sentita la stessa Regione. La Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni e modificare le loro circoscrizioni e denominazioni”.
Penso anche a tutte le battaglie che abbiamo fatto in questi anni in campo ambientale, dove si sono avuti alcuni successi ma anche “invasioni territoriali” non gradite ed imposte dall’esterno: non oso pensare cosa sarebbe successo se la gestione del piano rifiuti non fosse stata provinciale ma demandata ad altri enti. Inoltre, in fase di semplificazione della burocrazia mi sembra un salto nel vuoto e nel passato che porterebbe l’economia lodigiana ad avere alcuni problemi di sopravvivenza o di limitato sviluppo per le aziende e gli operatori economici? Penso che la discussione dovrà essere incisiva, ampia ed aperta a tante soluzioni, ma che dovrà vederci attori e promotori di un riordino territoriale senza precedenti. Penso al libro bianco ed agli imminenti “Stati generali del Lodigiano” e non posso che riflettere a mente aperta sul bisogno di rivisitare quanto definito in questo ultimo anno e tararlo su nuovi scenari a dir poco sconvolgenti per il lodigiano prima della emanazione definitiva da proporre ai cittadini. Una cosa è certa: ci batteremo come leoni con determinazione e sagacia per rendere la protezione sociale e territoriale un incipit ed un cardine per lo sviluppo del lodigiano per quanto attiene alla responsabilità politico-amministrativa.
Alfredo Ferrari
Consigliere Provinciale di Lodi
15 agosto 2011

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