giovedì 18 agosto 2011

comitato casale respira: ecco i motivi contro la elcon

CASALE Non c’è posto per l’inceneritore della Elcon, per mille motivi. La parola giusta, utilizzata più volte dal comitato CasaleRespira nella relazione spedita al Pirellone, è “incompatibile”: sotto il profilo ambientale, urbanistico e della viabilità, perché avrebbe effetti disastrosi sulla qualità dell’aria e nel caso di incidente rilevante, senza contare che il progetto presentato è bollato come inaccettabile a causa di numerose carenze. Il documento, consegnato martedì a coloro che hanno partecipato alla commissione ambiente, è una difesa del territorio precisa e puntuale, basata sullo studio delle carte a disposizione e motivata in ogni suo punto.LE MANCANZE DEL PROGETTO Nelle carte firmate Elcon non sono precisati gli orari di conferimento dei rifiuti e le motivazioni per cui l’impianto debba lavorare 24 ore su 24. Il comitato sottolinea che non c’è traccia di un piano di emergenza, non è chiaro se siano previsti bacini di contenimento dei serbatoi di stoccaggio e cosa sia stato ipotizzato per evitare reazioni incontrollabili nel caso di guasti. Il sistema di monitoraggio dell’atmosfera è considerato inadeguato: non prevede campagne di misura della qualità dell’aria con mezzo mobile all’interno del centro abitato, così non si possono analizzare le effettive quantità emesse. L’assenza di una verifica continua dei microinquinanti organici e dei metalli pesanti (non previsto dalla normativa) «determina una carenza di informazioni proprio sui composti a maggior rischio tossicologico, per cui le misure periodiche potrebbero essere inaccurate sottostimando le reali emissioni di questi inquinanti nell’aria». Infine, non si fa riferimento alle mitigazioni ambientali e alle compensazioni e non si affronta il tema della salute pubblica.CITTADINI A RISCHIOL’inceneritore confina con l’Unilever, che nel suo piano di evacuazione prevede il rischio di incendio per la fuoriuscita di Pnp (propossi, propanolo), un’emergenza che per CasaleRespira potrebbe estendersi alla Elcon: questo aspetto non è stato preso in considerazione nel progetto. Non si parla poi dell’eventuale esplosione dei bomboloni della Sovegas, che contengono Gpl, propilene, isobutano, propano e normal butano.Il comitato sottolinea che la viabilità della zona è già congestionata dal traffico, 60 camion in più al giorno - quelli dichiarati dalla Elcon - non farebbero che peggiorare la situazione. Lo studio della qualità dell’aria, secondo il comitato, presenta dei problemi, a partire dal fatto che i dati metereologici riferiti alla dispersione di inquinanti non sono conformi a quelli locali. Nella relazione di CasaleRespira si riportano i dati riferiti al Pm10 nel Lodigiano, è inoltre presente una tabella che indica metalli, non metalli, metalloidi scaricati in atmosfera dall’inceneritore, con i principali articoli scientifici che attestano gli effetti nocivi degli elementi o dei loro derivati, in base alle informazioni dell’Isi, Insitute of Scientific Information. «L’Università degli studi di Pavia - si legge - ha pubblicato di recente uno studio che denuncia l’elevato grado di incidenza di tumore nel territorio lodigiano, portando ulteriormente all’attenzione dell’opinione pubblica un tema già purtroppo noto. L’impianto e gli inquinanti emessi insistono su una situazione già compromessa, aggravandola». Sono citati una trentina di studi che parlano delle ricadute degli inceneritori sulla popolazione.«È NEL CENTRO ABITATO»«Il Lodigiano non ha alcun bisogno di questo impianto», basta leggere il piano rifiuti della provincia. Senza contare che non ci sarebbero benefici nè economici nè occupazionali. CasaleRespira sostiene che la collocazione dell’inceneritore non rispetti la distanza minima dal centro abitato, anzi, si troverebbe proprio al suo interno. Nei pressi dell’impianto ci sono poi l’Itis e l’Asl, le aree agricole e il Plis del Brembiolo. Se da una parte mancano i cosiddetti fattori preferenziali, come la vicinanza a impianti di trattamento rifiuti, dall’altra l’attuale sistema di depurazione e trattamento del comune non può sostenere l’apporto dell’impianto. In poche parole «la superficie interessata dal progetto non può essere utilizzata».Greta Boni tratto da il cittadino lodi

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