venerdì 23 dicembre 2011

Ecco il “conto” di Bellisolina sui rifiuti NEL LODIGIANO

Montanaso La nuova convenzione può aspettare. Almeno fino al 28 dicembre, quando la rivoluzione nell’impianto di rifiuti di Montanaso, con annessi investimenti tecnologici e ritocchi alle tariffe annunciati nei giorni scorsi approderà all’esame del consiglio provinciale. Nel frattempo, però, ci si continua a domandare come abbia fatto la società partecipata Bellisolina a presentare un “conto” da 6 milioni di euro alla Provincia come pregresso di quelle stesse tariffe mantenute inalterate fin dal 2003, anno della sottoscrizione della “vecchia” convenzione tra la stessa Bellisolina e palazzo San Cristoforo, all’epoca guidata dall’attuale sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini. Nel patto, che sarebbe dovuto durare fino al 2018, gli articoli 7, 8 e 9 stabilivano tre pilastri della convenzione e del relativo piano economico finanziario: i parametri per il calcolo della tariffa unitaria, la possibile modifica delle stesse in caso di scostamenti rispetto alle previsioni e il “congelamento” delle tariffe dall’agosto del 2003 al 31 dicembre del 2008, con revisione a conguaglio delle medesime a partire dall’esercizio 2009. Quindi? La risposta è nella lettera ricevuta a metà dicembre dalla giunta Foroni, nella quale, forte della consulenza dello studio Area Group, Bellisolina ha illustrato entità e motivi del corposo credito per mancati ricavi accumulato negli anni. Che in totale ammonterebbe a quasi 5,5 milioni di euro, un decimo circa dei quali figlio dell’attualizzazione calcolata su tassi annui reali. Il grosso, ovvero 4,027 milioni di euro, è figlio del quinquennio 2003-2008, con uno scostamento record nel 2004 (986mila euro, ma oltre il milione, se attualizzati) e uno minimo nel 2003 (334mila euro); ma il conto sale, attraverso gli oltre 750mila euro di credito del 2009 e i circa 535mila del 2010, fino a stimare per l’anno in corso un ulteriore forbice pari a 170mila euro. I motivi? Molteplici, come molteplici sono i parametri per il calcolo della tariffa: quantitativi in ingresso, costi (ammortamento, gestione, commercializzazione dei servizi, attività di controllo, collocamento in discarica), contributi degli enti, spese generali e utili (pari al 10 per cento). Ma se la lettura dei dettagli è complessa, la relazione di Bellisolina qualche elemento lo sottolinea: evidenziando per esempio come, a fronte di costi inferiori del 10 per cento rispetto alle stime, nel periodo 2003-2008 le quantità di rifiuti conferite sono sempre state inferiori alle previsioni, per una quota complessiva di circa il 20 per cento. Sullo sfondo, resta il dubbio sul “perché” questa sorpresa sia uscita solo nel marzo scorso, quando il nuovo presidente di Eal, Ceriani, svelò per la prima volta (e con cifre meno pingui) l’inghippo; in fondo, il vecchio cda di Bellisolina si era congedato annunciando la revisione già nel giugno del 2010, un anno dopo il cambio della guardia a San Cristoforo. «Ma i calcoli sono complessi, serviva tempo per fare i conteggi definitivi», spiegano dalla precedente amministrazione dell’impianto. Minacciata nei mesi scorsi una rivalsa legale, il presidente della Provincia Pietro Foroni non nasconde qualche critica («hanno usato la logica del “paga papà”, e nessuno ha informato né Eal né la Provincia”) ma spiega che andando per giudici, probabilmente, il collegio arbitrale «avrebbe fatto pagare metà ciascuno. Con il nuovo accordo, invece, ho risolto la situazione economica e l’autosufficienza dei rifiuti». Ma senza questo “debito” milionario, la quota di San Cristoforo nella partita l’avrebbe già ceduta.Alberto Belloni TRATTO DA IL CITTADINO LODI

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