lunedì 23 aprile 2012

Castiglionen Coinvolti 50 dipendenti, il delegato Fiom Angeloni: «L’azienda non ci dà garanzie»

noi istutuiremo nel programma uno spazio-lavoro-imprese per dare risposte che finora nessuno ha mai dato su mondo del lavoro a castiglione:

giovani/commercio/artigianato/imprese/ass. di categoria/ riuniti in un tavolo permanente per definire questioni come quella della beta utensili.

finora assenza totale su questi temi!

le famiglie castiglionesi ed i giovani vogliono servizi e speranza per il futuro!

alfredo ferrari
candidato sindaco
lista 5 la rinascita di castiglione 



articolo
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Castiglione Fabbrica chiusa e lavoratori a casa. Cominciano oggi le 11 settimane di cassa integrazione ordinaria alla Beta Utensili di Castiglione e la difficile battaglia degli 81 dipendenti per tirare avanti. In sede di contrattazione le tute blu avevano chiesto ai titolari la maturazione degli istituti differiti, ma si erano scontrati contro un muro. E ugualmente di ferro si era rivelata la posizione di Beta rispetto alla richiesta di un anticipo del tfr, giusto per rimpolpare gli stipendi scarnificati dall’avvio della cassa integrazione. Ma anche su quel fronte si erano visti sbattere la porta in faccia. L’unica arma nelle loro mani era stata quella di non firmare l’accordo di conciliazione, per la prima volta nella storia della Beta. E così eccoci all’oggi, con i lavoratori a casa in attesa che questa settimana passi e il prossimo 27 aprile si torni in fabbrica. Turni regolari fino al 7 maggio quando inizierà la rotazione che interessa una cinquantina di operai. «Ci avevano chiesto di usare le ferie ma in assemblea abbiamo votato contro e così hanno deciso la chiusura totale dell’azienda questa settimana, per poi ripartire la prossima» spiega Luigi Angeloni, Rsu Fiom-Cgil. Venerdì scorso lui e i compagni hanno preso parte alla manifestazione sindacale organizzata dalla Cgil a Lodi, con indosso una maglietta arancio e in alto lo striscione “L’azienda in positivo gli operai in negativo”, firmato “lavoratori Beta Utensili”. La rabbia per la situazione che stanno vivendo sta infatti in quel paradosso denunciato a caratteri cubitali sul lenzuolo sollevato in corteo: a detta dei dipendenti la cassa integrazione non sarebbe giustificata da un bilancio in rosso. «Chiediamo serietà da parte dell’azienda - attacca Angeloni - il che significa garanzie scritte. Le parole non bastano più e perché diamo il nostro assenso all’accordo serve che le cose siano messe nero su bianco. Non cerchiamo la luna, ma un minimo di attenzione per le difficoltà di noi lavoratori». La. Go. Tratto da il cittadino lodi ed. 23-04-2012

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