venerdì 7 settembre 2012

Ieri oltre 50 Comuni rappresentati all’assemblea dei sindaci sul riordino amministrativo: bocciata la “super Provincia”

«Nessuna annessione di territori. Per la nuova Provincia bisogna ripartire da zero». A scandirlo il primo cittadino di Lodi Lorenzo Guerini, intervenuto ieri pomeriggio all’assemblea degli amministratori. Una riunione a cui hanno partecipato una cinquantina di sindaci (tra cui San Colombano al Lambro), che è stata indetta per decidere il futuro del territorio dopo il provvedimento del Parlamento che ha fissato i nuovi criteri per le Province. Per continuare ad esistere queste circoscrizioni dovranno avere almeno 350mila abitanti ed estendersi su una superficie non inferiore ai 2.500 chilometri quadrati. Per questo molte realtà, tra cui Lodi, saranno costrette ad un accorpamento. E a dettare le linee di un possibile matrimonio ci ha pensato il presidente della Provincia Pietro Foroni. «Se con Milano non possiamo andare perché diventa città metropolitana e Pavia non ha bisogno di aggregarsi con altri territori sulla base dei criteri fissati dalla legge - precisa Foroni – allora la soluzione più opportuna mi pare quella di un dialogo con Cremona, un confronto che però dovrà essere alla pari». I paletti alla trattativa posti da Lodi sono il mantenimento di palazzo San Cristoforo e dell’ex convento di San Domenico, edifici storici che hanno richiesto imponenti interventi di ristrutturazione. E ora quelle sedi sono diventate punti di riferimento delle attività dell’ente. «Noi vogliamo mantenere i servizi inalterati nel Lodigiano. Vogliamo difendere le prerogative dei nostri cittadini - continua Foroni – chiederemo garanzie sui grandi progetti strategici su cui abbiamo puntato. Penso all’università, al Biofood park, alla nuova rotatoria Faustina e alle opere legate alla Teem. E poi non accetteremo un ridimensionamento degli uffici decentrati dello Stato sul territorio, come questura e i vari comandi delle forze dell’ordine. Stesso discorso vale per il personale provinciale, che dovrà rimanere a lavorare nell’attuale sede». Molti di questi argomenti sono stati condensati in un documento, per ora aperto alle proposte degli altri sindaci, che verrà presentato al consiglio delle autonomie locali il 19 settembre. In quella data una delegazione di lodigiani sarà ricevuta dall’organismo regionale, per ascoltare le ragioni del territorio. «Questo è uno dei passaggi essenziali, ma il quadro è ancora abbastanza incerto. Io non escludo nulla – dice Foroni – i tempi sono ancora lunghi. Bisogna tener conto che dopo che la regione ha recepito tutte le proposte dei territori, la palla passerà al governo. Ma il ridisegno delle Province dovrà essere approvato con legge dello Stato. Ci vogliono quindi ancora 7/8 mesi. E come nelle trattative per il calcio mercato, per i colpi migliori bisogna aspettare la fine». Di fronte alla gran parte dei sindaci del Lodigiano, ha preso la parola anche il primo cittadino del capoluogo, anche vice presidente del consiglio dell’autonomia locale. «L’importante è che il territorio rimanga unito – afferma Lorenzo Guerini –. Il riordino delle circoscrizioni non è in alcun modo da intendersi come un’annessione. Dobbiamo metterci nell’ottica che l’obiettivo è quello di fondare una nuova Provincia, con una prospettiva che guardi al futuro. Se con l’aggregazione ad un’altra realtà il capoluogo diventerà quella città con maggior abitanti, d’altra parte bisogna ragionare su una nuova conformazione dei servizi, che siano diffusi su più centri. Bisogna pensare ad un modello più snello e moderno per la gestione delle attività svolte dalle Stato sul territorio, puntando ad esempio su una maggiore informatizzazione». Matteo Brunello TRATTO DA IL CITTADINO LODI

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