martedì 8 maggio 2018

ll voto a luglio spaventa M5S e Lega. Che ci riprovano

ll voto a luglio spaventa M5S e Lega. Che ci riprovano

 L'irritazione del capo dello Stato induce i leader a tentare nuove strade che evitino elezioni estive: E Giorgetti avverte Berlusconi: "Se vota per il governo del presidente, l'alleanza finisce. Piuttosto, cerchiamo una presenza di Fi compatibile con i Cinque stelle"

 Matteo Salvini, Luigi Di Maio, Silvio Berlusconi

 

 

Tutti al Colle. Con l’obiettivo di sbloccare l’impasse che con ogni probabilità costringerà oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a indicare un premier incaricato di formare un governo neutrale che dovrebbe condurre il paese verso le prossime elezioni estive, le prime davvero canicolari della storia repubblicana. Oggi, trapelata l’irritazione del Quirinale per il no netto del centrodestra a trazione leghista e del M5S a soluzioni per così dire tecniche e non politiche in assenza di una maggioranza certa e credibile, i pentastellati e i leghisti hanno cominciato a valutare l’opportunità di trovare una soluzione che eviti le urne alla fine di luglio. Non è un caso che Luigi Di Maio, capo politico del M5S, abbia cercato in ogni modo di addossare a Salvini la responsabilità del mancato accordo e che nelle ultime ore ci sia da registrare la sortita di Gian Marco Centinaio, capogruppo del Carroccio al senato.“ A Di Maio e Berlusconi chiediamo: fate un passo laterale, andiamo da Mattarella tutti insieme e troviamo una soluzione politica”, ha detto il presidente dei senatori leghisti. "Ammetto anche io che il 22 luglio è una data abbastanza rischiosa", aggiunge Centinaio. Anche Di Maio ha sottlineato come le elezioni politiche estive siano da evitare: “Sono consapevole che c'è un rischio astensionismo con il voto il 22 luglio e l'astensionismo è un dramma", ha detto Di Maio. “Il M5S cercherà di sensibilizzare gli elettori sulla necessità di andare a votare. Noi non volevamo arrivare a questo, capiamo che il voto a luglio non ha precedenti". Insomma, si intravedono segnali di ripensamento tra i cosiddetti vincitori delle elezioni del 4 marzo scorso, che potrebbero finalmente chiamare Mattarella in loro soccorso con un’opera di moral suasion che potrebbe convincere finalmente sia Di Maio sia il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi a fare il famoso “passo di lato” e lasciare il campo libero per un’intesa politica tra M5S e Lega. Intesa politica che sarebbe l’unica possibile, se si considera che il Pd si è già chiamato fuori considerata la contrarietà della base del partito a qualsiasi intesa non solo con il M5s, ma anche con la lega e Forza Italia. Ci sarebbe tempo per trovare il bandolo della matassa, perché Mattarella ha sì in tasca la lista dei ministri del governo neutrale, o di tregua o tecnico che dir si voglia, ma si è detto disponibile, nel discorso di ieri, a dare il via libera perché questo esecutivo si presenti in parlamento per la fiducia e a farlo saltare nel caso di accordo politico tra i partiti che il 4 marzo hanno vinto le elezioni e quindi nel caso di maggioranza politica in grado di sostenere quello che Di Maio ha chiamato “il governo del cambiamento”. Insomma, gli spiragli che fanno intravedere una soluzione alla lunga fase di stallo potrebbero allargarsi all’improvviso. Mattarella attende i partiti al varco. E la breccia nel muro contro muro tra Salvini e Di Maio aperta all'improvviso da Centinaio è stata allargata successivamente da Giancarlo Giorgetti, esponente di punta del carroccio di salvini e anche del Carroccio di sempre: "Se Silvio Berlusconi vota il governo del presidente l'alleanza finisce. Votando a luglio c'è un rischio di astensione, ma siamo contrari al voto a settembre, perché bisogna dare presto un governo che rispetti i desiderata degli italiani". Giorgetti ha proseguito: "Continuiamo a chiedere a Berlusconi un gesto di responsabilità per aiutarci a dare un governo al paese. Semplicemente è cercare una forma di presenza di Forza Italia che sia compatibile con il governo con il Movimento 5 Stelle .Il capogruppo della Lega alla camera ha anche detto: "Non rompiamo la coalizione, ci siamo presentati alle elezioni come centrodestra unito e così ci hanno votato, teniamo fede a quell'impegno per coerenza, ma forse c'è qualche soluzione che permetterebbe di rispondere alle attese degli italiani che chiedono un governo politico. Il rischio di un'astensione forte c'è con il voto a luglio, ma noi abbiamo fatto di tutto per dare un governo politico. Non esistono governi neutrali: per esempio il modo di disinnescare le clausole di salvaguardia che aumentano l'Iva è una scelta politica".

art.tratto da italiaoggi.it
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