giovedì 7 aprile 2011

la lega e' cambiata? giudicate voi queste missive "offensive politicamente"

questa è la lettera pubblicata dall'ex sindaco di Lodi ( Aurelio Ferrari), quello che voleva portare la moschea a Lodi ..... rispondete voi in quanto io penso che potrei insultarlo ..... meglio che giudichino i leghisti e i cittadini sui contenuti della missiva. Questo è il solo metodo che hanno gli avversari politici: non si confrontano quasi mai nel merito delle cose ma demonizzano e screditano gli altri!

Come
è cambiata
la Lega!
n Anni fa, al suo apparire sulla
scena politica, la Lega aveva uno
stile provocatorio, a volte maleducato,
spesso frutto di improvvisazione
e di pressapochismo.
Le sue erano (e sono) ideemolto discutibili,
difficili da conciliare con
un’etica politica basata, come correttamente
dovrebbe, sull’idea universalmente
condivisa della uguaglianza
e della pari dignità di tutte
le persone.
Sembrava però che la Lega avesse
almeno una direttrice chiara, che
in qualchemodo poteva essere condivisa.
Non mi riferisco al federalismo,
che da sempre non condivido nella
sua declinazione unicamente “fiscale”.
Mi riferisco alla rottura con
le “regole politiche” di quel tempo
e al rifiuto dei compromessi di convenienza;
al rifiuto della trattativa
infinita e all’introduzione di una
maggior capacità di decisione che
abbreviasse le strade; ad un pragmatismo
spinto e , soprattutto, al
proclamato perseguimento della
onestà in politica. Sembrava esserci,
insomma, l’idea di un nuovomodo
di fare politica: molte altre idee
della Lega non erano condivisibili,
ma su alcune cose di questo modo
di interpretare la politica, si poteva
parzialmente concordare.
Ora, forse complice la “comodità
delle poltrone romane” (e, ancor
più, la loro remunerazione), molte
di quelle caratteristiche sono state
rinnegate e abbandonate: raggiunti
i posti che contano, ci si è dimenticati
dei buoni propositi e si è scesi
al basso compromesso.
Non si può giudicare diversamente
la ricerca dei posti che la Lega persegue
platealmente, e spesso con
l’arma del ricatto, pur affermando
ad ogni occasione di non essere “attaccata
al cadreghino”: espressione
contraddetta dai comportamenti
concreti.
Né può essere taciuto l’accumulo
delle cariche: Parlamentari che sono
anche Presidenti o Vicepresidenti
di organismi importanti come
le Regioni. Come faranno il loro
lavoro?
Neppure si può dimenticare la caduta
nel nepotismo, perché l’ascesa
del figlio di Bossi, ora costantemente
al fianco del padre per essere ulteriormente
“lanciato” dopo essere
stato eletto a Consigliere regionale,
è una pagina avvilente e sconcertante
della vita politica della Lega.
Meritocrazia? No: figlio del capo,
magari impreparato, ma figlio del
capo.
Ma ciò che davvero non ci si sarebbe
potuti aspettare, è l’abdicazione
totale ad una linea politica che
sembrava fare della legalità la propria
bandiera (ricordate il sostegno
all’inchiesta di “mani pulite”? e ricordate
il cappio esibito in Parlamento?).
Perché se i casi di amministratori
leghisti implicati in fatti
giudiziari per comportamenti poco
puliti sono ormai numerosi, ma,
con buona volontà, possono essere
confinati a comportamenti personali,
difficile è ignorare il cambiamento
di linea politica di fondo,
portata avanti a livello politico centrale.
Il sostegno dato a tutte le leggi “ad
personam” in favore di Berlusconi,
dicono di una Lega che ha rinnegato
i propositi iniziali e che accetta
tutti i compromessi al ribasso. Non
possiamo credere che questo sostegno
sia frutto della convinzione
della bontà delle leggi: sarebbe un
insulto all’intelligenza delle persone,
in questo caso dei capi leghisti.
Il sostegno è il frutto di un baratto
(leggi ad personam in cambio del
federalismo fiscale) che rinnega
l’eticità, la giustizia, il principio di
uguaglianza e lo stesso bene comune.
Francamente, credo che nessuno si
sarebbe aspettato una Lega così arrendevole
e in contraddizione con i
propri principi. Una Lega che delude
i propri sostenitori; e se non li
delude, li inganna, contando su
una fedeltà cieca e inconsapevole.
Non in tutto, però, la Lega è cambiata.
In alcuni aspetti si è radicalizzata;
il fatto è che sono gli aspetti più negativi,
rispetto ai quali sarebbe stato
meglio che cambiasse.
Mi riferisco al rifiuto dei “terroni”
di ieri, radicalizzato oggi nel rifiuto
di ogni idea di accoglienza, sia
pur ragionata e regolamentata, dei
migranti.
Mi riferisco al ridicolo rifiuto del
festeggiamento dell’unità di Italia,
furbescamente motivato dalle difficili
condizioni economiche del paese:
così una festa che si celebra
ogni 50 anni, è stata “compensata”,
in Lombardia e per volere della Lega,
con una festa che si celebrerà
ogni anno (scommettiamo che la
somma dei costi di 50 feste lombarde,
celebrate ogni anno, supererà
quella di una festa nazionale celebrata
ogni 50 anni?).
Mi riferisco anche alla prepotenza
di imporre le proprie decisioni, anche
quelle platealmente di parte,
fregandosene di un rispetto delle
idee plurali, rispetto che apra la
strada ad una vita comunitaria pur
nelle differenze: ricordate le vicende
di Adro?
E mi riferisco alla protervia e alla
volgarità senza scusanti che, in
Parlamento, sta nel gridare ( e poi
vigliaccamente a nascondersi) ad
una Deputata disabile della parte
avversa :”Fate tacere quella handicappata
del c…”
Gesto inqualificabile, ad un livello
di civiltà uguale a zero. Gesto che
però pare quasi essere la “logica”
(meglio sarebbe: “illogica”) conseguenza
di unmodo di fare fuori dalle
righe, spesso usato anche dai capi
leghisti, con espressioni indegne
per rappresentanti politici di primo
livello (ricordate il “va a ciapà i
ratt” indirizzato da Castelli a Saviano?
Ricordate il recente “fora di
ball” indirizzato da Bossi ai migranti?
Per non parlare del linguaggio
di Borghezio).
Molte sono gli aspetti che, nelle
idee e nel comportamento della Lega,
dovrebbero far riflettere; maggiormente
dovrebbero far riflettere
quei cristiani che al movimento leghista
guardano con simpatia.
Se il messaggio cristiano si sviluppa
dalla radice della fratellanza
universale, diretta conseguenza
dell’essere tutti figli di uno stesso
Padre, allora la visione politica che
la Lega propone è in totale contraddizione
con il messaggio: è un’idea
non cristiana, che non può essere
condivisa da chi si dice cristiano.
Il vero pericolo della odierna società
italiana è la Lega, non Berlusconi.
Berlusconi è un singolo, circondato
da un certo numero di acritici replicanti;
ma non ha idee, né modelli
di società da proporre, non avendo
alcuna competenza politica. Prima
o poi passerà, e il suo modo di
fare politica (meglio: di non fare
politica) lascerà strascichi che, sia
pur a fatica, verranno rimediati.
Ma la Lega sta instillando idee che
cambiano la mentalità delle persone
e che formano un nuovomodo di
concepire i rapporti fra le persone.
Un cambiamento in peggio perché
punta alla divisione e all’egoismo,
perché rifiuta il senso di responsabilità
di chi ha di più nei confronti
di chi ha di meno: cioè all’esatto
contrario di ciò che dovrebbe formare
la caratteristica di una nazione.
È un’idea, quella della Lega, che
persegue solo la convenienza immediata,
senza avere a cuore il futuro
della società intera, futuro che
si può reggere solo sulle cose che
creano giustizia e unità, che danno
il senso di una vita comunitaria.
La visione della Lega è miope e dal
respiro corto: non passerà molto
tempo prima che si pagherà il salato
conto di queste idee, se verranno
applicate.
Quelle che ho espresso sono mie
considerazioni; molti non le condivideranno.
Ilmio auspicio è però che si torni a
riflettere sulle cose, che si discuta e
ci si confronti; che si provi a pensare
al futuro senza abbandonarsi a
pensare solo all’immediato e a noi
stessi.
Fare scelte consapevoli e convinte è
il passo iniziale e fondamentale di
una democrazia partecipata; un
passo che richiama direttamente la
nostra personale responsabilità.
Sottrarci a questa responsabilità è
abdicare ad un doveremorale e, soprattutto,
rinunciare ad un diritto.
Aurelio Ferrari
Lodi 07/04/2011
 tratto da il cittadino 07/04/2011

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