martedì 18 ottobre 2011

Eal Compost fuori uso, rifiuti in trasferta

Anche i rifiuti vanno “in trasferta”. La Provincia ha imposto lo stop al conferimento dell’umido presso l’impianto targato Eal Compost di Terranova, così i camion devono varcare i confini del Lodigiano per raggiungere la società Montello di Bergamo, destinata a smaltire gli scarti. «Senza nessun costo aggiuntivo per i comuni», precisa la giunta Foroni da palazzo San Cristoforo.A Terranova tutto è bloccato da quando è arrivata la diffida di palazzo San Cristoforo, un provvedimento preso dopo il sopralluogo effettuato dal settore ambiente lo scorso 4 ottobre, durante il quale sono emerse diverse irregolarità. In particolare, le aree dell’insediamento erano sature di materiale, una situazione che pregiudicava il corretto utilizzo degli spazi. Secondo quanto appreso, Eal Compost si è già messa al lavoro per risolvere i problemi e tutto dovrebbe tornare alla normalità nel giro di pochi giorni.Anche a Boffalora l’impianto è fermo ormai da mesi, quest’estate palazzo San Cristoforo aveva inviato alla Fergeo una diffida, intimandole di rispettare le prescrizioni per migliorare la gestione dell’attività e il processo di produzione del compost, evitando in questo modo una sospensione. Subito dopo il sopralluogo di Arpa e Provincia, la società aveva iniziato alcuni lavori ma il ritiro dell’umido e del verde non è ancora ripreso. In questi giorni è arrivato in comune il documento di notifica che stabilisce la sospensione del conferimento, il settore ambiente della Provincia ribadisce ancora una volta quali sono gli interventi di adeguamento necessari e chiede alla Fergeo di realizzarli al più presto, presentando prima negli uffici di via Fanfulla a Lodi un programma dettagliato. «Siamo sempre molto impegnati su questo tema - afferma il sindaco Livio Bossi, il quale si è trovato a fronteggiare il problema delle puzze che invadono Boffalora -, abbiamo sempre espresso la nostra preoccupazione, anche quando ci siamo trovati di fronte all’autorizzazione per potenziare la raccolta rifiuti, passando da 12mila a 20mila tonnellate all’anno. Speravamo in un miglioramento della gestione dell’impianto, attraverso la revisione di un progetto ormai obsoleto che deve vedere nuove tecnologie e e una nuova gestione. Speriamo si arrivi finalmente alla soluzione del problema. Spesso è proprio il comune a promuovere iniziative capaci di andare in questa direzione, vorremmo che tutti i nostri propositi si realizzino ma non dipende solo da noi».In questo momento nel Lodigiano c’è un altro impianto rifiuti con i cancelli chiusi. Si tratta della discarica della Pantaeco di Coste Fornaci a Casale, dove però la situazione è molto diversa: la società ha appena “intascato” una diffida da parte della Provincia a causa del percolato stoccato all’interno, in grado di compromettere l’ambiente e la salute dei cittadini, ma si trova anche al centro di un’inchiesta giudiziaria per il pericolo di reiterazione del reato di traffico illecito di rifiuti. Greta Boni tratto da il cittadino lodi

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