domenica 13 novembre 2011

Sorgenia, addio alle centrali a biogas ?

Bertonico - Turano Le centrali a biogas che dovevano sorgere per iniziativa di Sorgenia a Bertonico e a Brembio per favorire «la tutela dell’ambiente agricolo e dello smaltimento reflui zootecnici» non si faranno. Le trattative tra Sorgenia e agricoltori sono ormai naufragate e le possibilità di un recupero sembrano minime. Al territorio, dunque, arriveranno minori investimenti per 10 milioni di euro rispetto a quelli previsti nel testo della convenzione ambientale concordato nell’ottobre 2009 da Provincia di Lodi e Sorgenia. Dopo la firma della convenzione e la pioggia di soldi a comuni e Provincia, dalla centrale turbogas di Sorgenia a Turano e Bertonico ci si aspettava anche una serie di investimenti per la tutela ambientale. All’articolo cinque della convenzione erano descritti gli interventi a tutela dell’ambiente agricolo. Sorgenia si assumeva l’obbligo alla «realizzazione di due impianti per la digestione anaerobica delle deiezioni zootecniche e biomasse vegetali accoppiati a impianti per la riduzione del carico di azoto», in pratica due impianti a biogas. Il tutto «al fine di coadiuvare il mondo agricolo nell’attuazione degli obblighi imposti dalla direttiva nitrati». Su richiesta dell’Unione europea, infatti, in certe zone è necessario ridurre la concentrazione di nitrati immessi nei terreni con i liquami da allevamento. L’alternativa alla riduzione del numero di capi allevati è il conferimento in impianti a biogas per la produzione dell’energia elettrica. Dopo la firma della convenzione, dunque, iniziarono subito i contatti tra Sorgenia e Coldiretti, in rappresentanza degli agricoltori. Una centrale avrebbe raccolto le esigenze dei territori di Bertonico, Camairago e Castiglione, l’altra quelle di Brembio, Turano e Secugnago, con un investimento di circa cinque milioni di euro ciascuno. Dopo due anni, però, le trattative sono ormai tramontate.«Ci sono stati problemi di dislocazione nel territorio e problemi soprattutto sull’intesa rispetto alle competenze e alle spettanze - spiega Carlo Franciosi, presidente Coldiretti Milano e Lodi -. Sorgenia avrebbe fatto l’investimento, e quindi voleva poi gestire gli impianti e i ricavi dell’energia. Gli agricoltori avrebbero solo potuto conferire i reflui, tra l’altro dietro pagamento di una piccola quota, e ritirarli per lo spargimento dopo l’abbattimento del carico di nitrati. Ma perché mai gli allevatori avrebbero dovuto farlo? Stando così le cose, molto meglio farsi il proprio, di impianto, e ricavarci anche dalla produzione di energia».Ma se anche questi impianti dovessero saltare, l’impegno di Sorgenia a favore di agricoltura e ambiente non dovrebbe venire meno. «Ma questo non spetta a noi dirlo, ci sono i soggetti che hanno stipulato la convenzione - conclude Franciosi -. Certo, se Sorgenia non fa gli impianti e non investe diversamente quelle risorse, allora il territorio è stato raggirato perché dagli impegni assunti mancheranno sempre al conto finale 10 milioni di euro».Andrea Bagatta TRATTO DA IL CITTADINO LODI

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