domenica 9 dicembre 2012

Case dell’acqua, undici nel Lodigiano Sono 32 i Comuni che nelle mense utilizzano l’oro blu

Consumi in crescita nelle case dell’acqua nel Lodigiano. Fabbricati in muratura recuperati o costruiti ex novo, chioschi delle più svariate dimensioni oppure piccole colonnine; diverse nella forma ma identiche nella funzione di spillare acqua naturale e frizzante, fresca e a temperatura ambiente. Con la recente inaugurazione della fontana di Cavacurta, è salito a 11 il numero di case dell’acqua attive in provincia di Lodi.Pensate e installate dai sindaci per promuovere il consumo alimentare di acqua del rubinetto, stanno diventando, dati alla mano, dei veri e propri presidi ecologici in grado di ridurre l’enorme impatto ambientale della filiera della plastica (produzione, trasporto, smaltimento). Il consumo medio delle prime sette case dell’acqua (Santo Stefano Lodigiano, Merlino, Sordio, Borgo San Giovanni, Villanova Sillaro, Sant’Angelo e Lodi), monitorato in questi mesi da Sal, il gestore del ciclo idrico integrato, è di circa 2.000 litri al giorno ciascuna. Un rapido calcolo che moltiplica il consumo medio giornaliero per le sette case dell’acqua per l’intera annata, mostra che nell’arco di un anno vengono evitati più di 5 milioni di bottiglie di plastica, se da litro, pari a 153 tonnellate di Pet risparmiata. Sono cifre, già molto significative, ma destinate ad aumentare sensibilmente quando si consolideranno i primi dati sui consumi nelle 4 case dell’acqua che sono state realizzate nell’ultimo mese (Senna Lodigiana, Castiglione d’Adda, San Martino in Strada e Cavacurta). Prendendo come riferimento i recenti studi commissionati da Federutility sul calcolo della carbon footprint, è oggi possibile quantificare, attraverso un computo statistico, le emissioni di CO2 sia dell’acqua in bottiglia di plastica che dell’acqua di rete. Per l’acqua in bottiglia, considerando l’intero ciclo di vita della plastica, si stimano emissioni pari a 10 chili ogni 100 litri di acqua consumata. Mentre per l’acqua di rete, considerando l’intero ciclo di captazione, adduzione e distribuzione dell’acqua, si stimano emissioni pari a 0,04 grammi ogni 100 litri. Ebbene considerando un consumo medio giornaliero di 2000 litri per ciascuna delle sette case dell’acqua prese in considerazione, nell’arco di un anno si riescono ad evitare emissioni di CO2 per 509 tonnellate. Questo per quanto riguarda le case dell’acqua. Dati altrettanto positivi vengono registrati per l’acqua in brocca, che nelle scuole lodigiane supera quella in bottiglia. Con le recenti adesioni di Graffignana e Cavacurta, sono 32, più della metà, i comuni del Lodigiano che, nelle mense scolastiche, utilizzano l’acqua di rete al posto delle minerali in bottiglia che provengono da centinaia di chilometri di distanza, hanno costi di trasporto e consumano fonti fossili, incrementando l’effetto serra e l’inquinamento dell’aria.Grazie al progetto Lodigiano Acqua Buona si allarga giorno dopo giorno il consumo dell’acqua di rete, che attualmente coinvolge 6.675 alunni e 343 classi tra scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, per una copertura giornaliera di 7.145 pasti, e che produce importanti effetti in termini di riduzione della plastica in circolazione. Si stima che siano quasi un milione e mezzo le bottiglie da mezzo litro “risparmiate” nell’arco dell’intero anno scolastico, il che significa 25,7 tonnellate di Pet non prodotta e mancate emissioni per 71,164 tonnellate di CO2 equivalente.Avviato da Provincia di Lodi e Sal srl nel settembre 2010, il progetto Lodigiano Acqua Buona ha incrementato i volumi di plastica risparmiata grazie alla sempre maggiore attenzione, da parte delle amministrazioni comunali del territorio, ai risvolti ecologici derivanti dall’utilizzo dell’acqua di rubinetto. L’anno 2012-2013 ha fatto registrare un vero e proprio boom di nuove richieste con 5 comuni che, nel giro di pochi mesi, hanno scelto di rinunciare alla plastica per “tornare” all’acqua del rubinetto. Proiettando queste cifre sull’intero anno scolastico (i numeri potrebbero anche aumentare perché altri comuni hanno manifestato interesse verso il progetto) il bilancio dei primi tre anni di vita del progetto fa registrare un numero di bottigliette risparmiate superiore a 3,5 milioni.«Questo progetto rivolto alle scuole lodigiane – spiega Antonio Redondi, presidente di Sal -, nato come forma di comunicazione e di sensibilizzazione sugli effetti positivi generati dal consumo alimentare di acqua del rubinetto, in realtà sta generando, nel suo svolgimento quotidiano, risultati molto tangibili per le scuole che già praticano la raccolta differenziata e che registrato una drastica diminuzione della plastica da smaltire». tratto da il cittadino lodi

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