lunedì 19 settembre 2011

Castiglionen L’automobilista in aula è apparso pentito, il bambino a oltre due mesi dall’incidente è in stato vegetativo

CASTIGLIONE «Quello che sarà di me è del tutto secondario rispetto al futuro di questo bambino»: è il pensiero che ha espresso nei giorni scorsi al suo difensore F.B., il 38enne di Codogno a processo per aver investito il piccolo Claudio M. di Castiglione d’Adda, il 10 luglio scorso sulla ciclabile per Bertonico. «Si è reso conto del dramma - spiega Angelo Cortesini, avvocato dell’automobilista - e ha accettato la pena». Una pena che sicuramente non sarà sospesa perché tra il 2006 e il 2008 lo stesso operaio codognese era stato già trovato due volte al volante ubriaco, ma se l’era cavata con una multa e brevi sospensioni della patente. Questa volta invece il Codice prevede che la patente venga revocata.Per questo il difensore ha sempre proposto patteggiamenti senza “condizionale”. Condanne da scontare subito.Ieri la proposta è stata di venti mesi, calcolata sulla base delle indicazioni espresse in una precedente udienza dal giudice Angela Scalise, che aveva bocciato uno dei due precedenti tentativi di patteggiamento per incongruità nel calcolo della pena.F.B. deve rispondere di guida in stato di ebbrezza (tasso etilico di 1,87 contro lo 0,5 ammesso dalla legge per guidare), sotto l’effetto di cocaina e anche di omissione di soccorso, un reato, quest’ultimo, che da solo può comportare una condanna fino a tre anni di carcere. In questo caso però, dato il patteggiamento, è d’obbligo uno “sconto” di un terzo sulla pena applicabile. La procura della Repubblica, che ha dato l’assenso al patteggiamento (assenso confermato in aula dal pm Delia Anibaldi) dovrà chiedere poi un secondo processo per l’automobilista, per le lesioni gravissime al bambino, ma l'inchiesta si potrà concludere solamente quando sarà pronto un certificato medico definitivo.Per questo, per ora, ci si “ferma” a venti mesi. Il giudice Manuela Scudieri ha però voluto riflettere , e verificare i conteggi che determinano la pena: scioglierà la riserva lunedì prossimo. Ufficialmente perché c’erano altri processi in attesa, e la verifica richiede tempo.Mentre il 38enne, che era stato mandato subito agli arresti domiciliari e ha il solo permesso di andare a lavorare, era in aula, ieri il piccolo Claudio era ancora in un letto dell’Irccs Eugenio Medea di Bosisio Parini (Lecco), in uno stato vegetativo che, non si sa ancora né quando né come, potrà evolversi. Fuori pericolo di vita, è stato dichiarato da pochi giorni. Ma non muove braccia né gambe, e deve essere alimentato. L’avvocato della famiglia, Giacomo Badinotti, ha già depositato la prima costituzione di parte civile. Carlo Catena  TRATTO DA IL CITTADINO LODI

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