sabato 18 agosto 2012

Il Lodigiano va con Pavia o con Cremona, la legge impedisce di ritornare con Milano

L’articolo 17 della cosiddetta ‘’spending review’’, approvata definitivamente dalla Camera dei Deputati il 7 agosto, dispone un generale ‘’riordino’’ delle Province nelle Regioni a statuto ordinario, in luogo della ‘’soppressione’’ prevista dal testo originario del decreto legge, anche se di fatto, al di là dei termini usati, non cambia la sostanza, che porterà comunque, attraverso gli accorpamenti, alla riduzione del numero di questi Enti. L’articolo citato è strettamente collegato al successivo articolo 18, che istituisce le Città metropolitane, provvedendo alla contestuale soppressione delle Province nel relativo territorio: per quanto riguarda la Lombardia il riferimento è alla sola Milano. Nelle intenzioni del legislatore il percorso di riordino è ipotizzato sulla carta in tempi brevi, al massimo entro l’ottobre-novembre 2012, attraverso: la definizione dei requisiti per la sopravvivenza delle Province da parte del Governo (già avvenuta con l’indicazione di una soglia minima di 350 mila abitanti e di 2.500 chilometri quadrati di estensione territoriale, vincoli rispettati in Lombardia solo da Milano, Bergamo, Brescia e Pavia); la deliberazione, sulla base di tali requisiti, delle ipotesi di riordino da parte dei Consigli delle Autonomie Locali (la prima riunione in Lombardia è fissata per il 31 agosto) entro settanta giorni dalla pubblicazione dei criteri sulla Gazzetta Ufficiale, avvenuta il 24 luglio. Se i Cal non intervenissero entro il 2 ottobre, dovrebbero pensarci direttamente le Regioni. Le proposte di riordino dovranno tener conto delle eventuali iniziative comunali in corso alla data del 20 luglio 2012 per l’aggregazione a una diversa Provincia (alla data indicata nel Lodigiano non ne risultava alcuna); dopo i Cal toccherà alle Regioni, che dovranno deliberare entro i venti giorni successivi alle indicazioni dei Cal, cioè al massimo entro il 22 ottobre; nel caso non si arrivasse a una decisione entro quella data, il Governo potrebbe intervenire in via sostitutiva, previo parere della Conferenza unificata; infine il percorso si dovrà concludere con l’approvazione di una legge che tenga conto delle proposte delle Regioni, da varare sessanta giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della conversione in legge del decreto, avvenuta il 14 agosto.Viene posto il divieto all’accorpamento di una o più Province con le Città metropolitane (rendendo di fatto impossibile l’accorpamento di Lodi con Milano). Il ruolo del Comune capoluogo sarà assunto dal Comune capoluogo della Provincia soppressa con maggior popolazione residente, salvo diversi accordi che intervengano tra gli stessi Comuni interessati. Nella deliberazione delle ipotesi di riordino, i Cal devono poi considerare il rispetto del principio di continuità territoriale della Provincia, ossia non è possibile immaginare un’unione tra Lodi e la più turistica Como, giusto per fare un esempio; possibile per noi solo prevedere unioni con Pavia da una parte e con Cremona dall’altra. Il testo convertito in legge specifica inoltre che con atto del consiglio i singoli Comuni possano deliberare l’adesione alla Città metropolitana o, in alternativa, ad altra Provincia limitrofa, e cioè che ad esempio San Colombano al Lambro possa scegliere di tornare al Lodigiano.I nuovi enti di secondo livello, i cui organi non saranno più direttamente eletti dai cittadini come è avvenuto per il Lodigiano fino al 2009, dovranno esercitare funzioni inerenti la cura del territorio (pianificazione territoriale, tutela e valorizzazione dell’ambiente), la gestione dei trasporti (pianificazione dei servizi di trasporto, autorizzazione e controllo del trasporto privato, costruzione e gestione delle strade e circolazione stradale), la programmazione della rete scolastica e la gestione dell’edilizia scolastica nelle scuole secondarie di secondo grado. La ‘’spending review’’ prevede invece il trasferimento da parte dello Stato ai Comuni, entro il 31 dicembre 2012, delle funzioni conferite dalla normativa vigente alle Province, ma non è dato ancora sapere in che forma ciò dovrà avvenire. tratto da il cittadino lodi

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