sabato 26 febbraio 2011

Eal service accusa: «Inadempienze sulle verifiche alle caldaie»

IL RESPONSABILE DEI TERMOIDRAULICI SA BENE CHE LA REALTA' DEI FATTI NON E' QUELLA DESCRITTA DA LUI, VISTO CHE SEGUO DA VICINO LE QUESTIONI DELL'AMBIENTE. UN PO DI CAUTELA QUANDO SI PARLA IN PUBBLICO SAREBBE AUSPICABILE DA CHI VUOLE ESSERE PROTAGONISTA LOCALE.

«Sono due anni che comune e provincia di Lodi sono inadempienti nei controlli alle caldaie dei lodigiani». Non teme di usare parole forti Raffaele Mammone, responsabile provinciale termoidraulici di Confartigianato e amministratore delegato di Eal Service, quando accusa le istituzioni di non effettuare con la precisione dovuta i controlli agli impianti di riscaldamento, con conseguente rischio per la salute e l’ambiente.Una versione dei fatti che l’assessore provinciale all’ambiente Elena Maiocchi smentisce categoricamente pur ammettendo che di controlli non se ne vedono da un po’. Per la precisione dal giugno 2010, quando è scaduta la convenzione tra la Provincia e Eal, che si occupava delle ispezioni.«Il contratto è scaduto alla fine dello scorso giugno - spiega l’assessore Maiocchi-. Per rinnovarlo ci sono stati, lo ammetto, dei ritardi, dovuti essenzialmente al fatto che prima di rinnovarlo ho voluto rendermi conto di cosa fosse stato fatto e cosa fosse ancora necessario fare. Ma la stretta definitiva dovrebbe arrivare a giorni, già in uno dei prossimi consigli».Più preciso è il quadro che arriva dal presidente di Eal Service, Agostino Alloni: «Dopo la scadenza della convenzione abbiamo inviato una prima bozza di accordo alla Provincia che a sua volta ce ne ha inviata un’altra. Ora dovrebbe esserci una stesura definitiva su cui stringere». Tra le questioni più annose per arrivare a un nuovo accordo tra provincia ed Eal quello, ancora irrisolto, del destinatario ultimo, il cittadino o la Provincia, cui addebitare l’intervento (una cifra variabile in base alla potenza dell’impianto, ma che si attesta tra i 60 e i 70 euro). «Nonostante la convenzione non sia stata rinnovata, comunque - precisa Alloni - l’attività di ufficio e di screening verso le abitazioni che non avevano prodotto la lettera di autocertificazione è comunque proseguita».La paralisi della Provincia ha, di fatto, portato allo stop anche dei controlli nel comune di Lodi, a cui li aveva affidati, con una convenzione che scade nel luglio 2011. «I controlli comunque - precisano dal Broletto - stanno a valle di un intervento di messa in sicurezza che deve essere già stato fatto dai tecnici termoidraulici».La polemica è divampata ieri a margine dell’incontro organizzato da Confartigianato sulla sicurezza e la nuova normativa degli impianti di riscaldamento nel corso del quale il tecnico Asl Roberto Riboldi ha reso noti alcuni numeri legati agli incidenti dovuti alle esalazioni di monossido di carbonio nelle abitazioni del territorio. «Negli ultimi sedici anni - ha detto Riboldi - si è registrato un numero molto alto, 174, di eventi legati alla dispersione di monossido, che hanno provocato 343 intossicati e, purtroppo, 8 decessi, l’ultimo dei quali nel periodo 2002-2003».Numeri alla luce dei quali si comprende l’urgenza e l’importanza dei controlli fatti da tecnici garantiti: «Chiunque metta mano a una caldaia - spiegano Mammone e Riboldi - deve essere iscritto alla Camera di commercio, il che, evidentemente, esclude tutta una serie di interventi, abusivi, fatti dall’amico, dal papà o dal vicino di casa che “ne capisce”. Oltre a questo - continuano a mezza voce - bisogna dire che non tutti i tecnici sono uguali e qualcuno, a volte, può aver commesso qualche leggerezza».Luciana Grosso IL CITTADNIO 26 FEBBRAIO 2011

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