mercoledì 23 febbraio 2011

imu - federalismo municipale- ecco cosa cambia per gli enti locali e i cittadini

In allegato si trasmette volantino sul Federalismo comunale.



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Col federalismo fiscale municipale
Il Consiglio dei ministri ha riproposto nuovamente il decreto attuativo in una nuova
Ecco perché è necessario comprendere bene quale sia la portata del provvedimento.
versione modificata rispetto a quella licenziata ad agosto, soprattutto sulla base dei nuovi contributi ed approvata dall’Anci (Associazione nazionale comuni italiani). La confusione sulla materia tuttavia è tanta perché le strumentalizzazioni messe in atto dall’opposizione hanno diffuso timori ingiustificati nell’opinione pubblica, soprattutto tra le imprese.
Il principio-guida
L’obiettivo è quello di spostare dallo Stato ai Comuni, a partire dal 2014, il 30% del gettito di alcuni tributi: imposta di registro, ipotecaria e catastale, Irpef su redditi fondiari non agrari (cioè sulle rendite immobiliari), imposta di registro sui canoni di locazione.
Le entrate devolute si attestano a circa 15 miliardi di euro. L’autonomia finanziaria dei Comuni deve essere compatibile con gli impegni del Patto di stabilità. Il gettito perciò resterà sostanzialmente invariato e i cittadini, pertanto, non pagheranno di più. Il provvedimento è fiscalmente neutro.
La fase transitoria
Dal 2011 al 2013 sarà attivo un Fsr (Fondo sperimentale di riequilibrio) per consentire soprattutto ai Comuni più piccoli di non risentire degli effetti negativi della contestuale riduzione dei trasferimenti statali. A questo proposito, bisogna ricordare che da quest’anno la compartecipazione Irpef dei Comuni salirà dallo 0,75% al 2%. Il parere della commissione Bilancio del Senato di cui il Governo ha tenuto conto invita a una compartecipazione diretta dell’IVA e non dell’Irpef per garantire una distribuzione più equilibrata.
Dal 2014 in poi l’Fondo sperimentale di riequilibrio sarà sostituito dal Fondo di perequazione previsto dalla legge istitutiva del Federalismo Fiscale.
La cedolare sugli affitti
La cedolare sugli affitti, previa opzione da parte del contribuente, sostituirà l’Irpef sulle
locazioni e la relativa addizionale regionale e comunale. L’aliquota della cedolare viene fissata al 21% per i contratti a canone libero ed al 19% per quelli a canone concordato. È prevista inoltre la sospensione dell’aggiornamento del canone di locazione per tutta la durata di applicazione al contratto del regime cedolare. Ai Comuni andrà dal 2012 il 21,6% del gettito (il 21,7% nel 2011). Per molti contribuenti si dovrebbe concretizzare un bel risparmio giacché agli affitti, attualmente, si applica l’aliquota marginale Irpef più elevata. Una quota delle entrate dovrebbe essere destinata a provvedimenti in favore degli inquilini.
L’Imu
Dal 2014 in poi al posto dell’Ici per immobili diversi dall’abitazione entrerà in vigore
l’imposta municipale propria (Imu), fissata al 7,6 per mille. Per i titolari di seconde case e
altri immobili è previsto un risparmio, mentre l’aliquota del 7,6% è più alta rispetto alla
media (6,4%) finora applicata agli immobili strumentali come i capannoni.
L’imposta municipale facoltativa
I Comuni potranno inoltre istituire una Imu secondaria per gli immobili a uso abitativo. L’imposta
sostituisce alcune specifiche forme di prelievo dei Comuni come il canone per l’occupazione di spazi pubblici e l’imposta comunale sulla pubblicità.
Nuove aliquote
Vengono abbassate le aliquote di tassazione delle transazioni immobiliari:
al 2% nel caso di prima casa di abitazione e al 9% negli altri casi. Le aliquote attuali sono stabilite rispettivamente al 3% e al 10%.
Addizionali
I Comuni avranno la facoltà di aumentare l’addizionale Irpef. Tale possibilità riguar
da quegli Enti che finora non hanno fissato l’addizionale oltre la percentuale del 4 per mille, che rappresenterà il limite massimo raggiungibile. I criteri saranno definiti con un provvedimento amministrativo.
La lotta all’evasione
Incentivato il ruolo dei Comuni nell’attività di accertamento tributario. Il 50% del maggior gettito sarà attribuito subito all’Ente locale.
I Comuni scenderanno così in prima linea nella lotta all’evasione fiscale, soprattutto sul
versante immobiliare.
La tassa di soggiorno
Altri elementi previsti nella nuova versione del decreto concernono la possibilità
data ai comuni di introdurre una imposta di soggiorno (fino a 5 euro per notte) e di una imposta di scopo da destinare alla realizzazione di opere pubbliche che incrementino il valore del patrimonio abitativo.
E’ importante comprendere che dove si legge "
I comuni potranno" non significa "I comuni devono" significa bensì che i comuni avranno la possibilità di applicare le nuove aliquote fiscali ma potranno anche non farlo o, volendo, anche di ridurle. Questo appartiene al principio del Federalismo fiscale, ovvero, qualora l’Ente comunale fosse bene amministrato potrebbe scegliere addirittura di abbassare le tasse oppure di mantenerle e dare ai propri cittadini maggiori e migliori servizi. Questo accade in tutti i Paesi più progrediti dove il federalismo ha già fatto sentire i suoi benefici e dove gli amministratori della cosa pubblica "devono" amministrare con grande serietà e onestà. LEGA NORD
IMPEGNO E SERIETA’
cosa cambia davvero


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