mercoledì 22 giugno 2011

OLTRE IL PATTO DI STABILITà IL MESSAGGIO DA PONTIDA

Da sempre l’annuale raduno della Lega Nord a Pontida, racchiude molti significati e rappresenta la giusta occasione per condividere con gli elettori quanto è stato fatto e quanto bisogna ancora fare nelle scelte di politica economica e sociale del Paese.*presidente della Provincia di Lodi  
Pietro Foroni
presidente della Provincia di Lodi


Quest’anno l’importanza del
momento è stata ancora maggiore
sia in relazione alla politica
nazionale (fondamentale la riduzione
della pressione fiscale)
che, l’aspetto che più mi tocca,
per il fortissimo messaggio che è
stato lanciato dal Ministro Umberto
Bossi a favore degli enti
locali più virtuosi, tra i quali
spicca anche la Provincia di
Lodi.
Il raduno, ha un significato che
va ben oltre ai tradizionali raduni
di partito, in primo luogo
perchè la Lega Nord non è un
partito tradizionale, ma incarna
la reale condivisione di valori e
tradizioni di comunità e popoli.
Non sono state chieste “poltrone”
o espresse in altre formule
politichesi istanze di “cadreghe”
ma in maniera molto chiara
e netta si sono reclamate riforme
nell’interesse di tutta la popolazione.
Ho completamente condiviso il
discorso del Ministro Bossi: un
discorso semplice e diretto, ma
soprattutto un discorso che perfettamente
incarna le esigenze
di questo Paese, le esigenze di
tutti i lavoratori, le esigenze
della gente comune.
Su quel prato c’erano decine di
migliaia di lavoratori, pensionati,
giovani, gente comune, persone
che quotidianamente si chiedono
come arrivare alla fine del
mese.
La congiuntura internazionale
in ambito economico e sociale,
delineata da una forte recessione
e da una crisi politica in Paesi
con regimi dittatoriali, hanno
certamente cambiato gli scenari
di partenza ed hanno obbligato a
scelte non preventivate all’inizio
della legislatura.
Grazie alle nostre politiche, il
sistema ha dato le risposte che ci
aspettavamo, contenendo effetti
negativi che avrebbero potuto
essere di portata ben più ampia.
In questi ultimi anni, gran parte
della spesa pubblica è stata rivolta
ad ammortizzatori che
hanno impedito che la crisi creasse
gravi tensioni sociali. Grande
merito per questo anche al
Ministro Tremonti.
A Pontida, però, la Lega Nord è
andata oltre.
Non è più tempo di tergiversare,
adesso, si chiede il ritorno ad
una rinnovata politica d’intervento.
Si chiede di voltare pagina
e proseguire nelle riforme e
nei programmi di ristrutturazione
di un apparato amministrativo
che non è più in grado di dare
risposte rapide ed efficaci ai
bisogni dei cittadini.
Sono molti e chiari i punti richiesti
al Governo, chiari, quanto
la condivisione e l’approvazione
dimostrata dai nostri elettori:
dall’approvazione della legge
sulla riforma fiscale che diminuisca
la pressione fiscale, l’abolizione
delle ganasce fiscali e delle
norme vessatorie nei confronti
di cittadini e contribuenti onesti,
tra l’altro, una norma ad hoc
era già stata inserita nel Decreto
Sviluppo ma mai approvata.
Importanti anche le precise richieste
di interventi a favore
della nostra agricoltura e dei
nostri agricoltori, per difendere
un settore strategico quale appunto
la produzione alimentare.
La riforma Costituzionale, con il
dimezzamento del numero dei
parlamentari e la costituzione di
un Senato federale, alla riduzione
dei contingenti militari impegnati
all’estero e l’interruzione
del nostro intervento militare,
costoso ed inopportuno, che ha
generato casi di un’incontrollata
immigrazione clandestina o di
profughi provenienti da Paesi in
guerra. Ancora, una maggiore
autonomia regionale con la semplice
attuazione dell’art. 117
Cost, senza inventarsi nulla. Lo
spostamento di alcuni Ministeri
al nord, per avvicinare la politica
a quella parte del Paese che
ha urgente bisogno di risposte
concrete. Come detto, la riforma
del patto di stabilità, inizialmente
pensata per il controllo dell’indebitamento
degli Enti territoriali
ma che vincola enormemente
Enti virtuosi, che hanno i
soldi ma che non li possono
spendere con mani legate sui
servizi che potrebbero erogare.
Un taglio dei costi della politica.
Approvazione della procedura
che definisce i costi standard da
applicarsi alle amministrazioni
dello Stato, dove la nostra Provincia
si sta già muovendo adempiendo
alla normativa dei Decreti
attuativi finora approvati.
Nuovi investimenti per il trasporto
pubblico locale. L’approvazione
definitiva del codice
delle autonomie.
Tutte istanze sentite dalla gente
e per la cui approvazione non
bisogna inventarsi nulla, basta
la volontà.
Mi permetto di insistere sulla
riforma del patto di stabilità:
quest’anno come Provincia di
Lodi, nell’ambito dell’approvazione
del bilancio abbiamo previsto
fondi per poter sopperire
agli interessi bancari affinchè
istituti di credito possano anticipare
per la Provincia ai nostri
imprenditori, artigiani e agricoltori,
somme loro spettanti, soldi
che come Provincia abbiamo già
nelle nostre cassa ma che non
possiamo erogare per rispettare
il patto di stabilità.
Pagando gran parte degli interessi
garantiamo con minimo
sacrificio pagamenti per oltre 10
milioni di euro in questo territorio.
Siamo il primo ente locale
ad avere trovato una soluzione
del genere che, appunto, garantisce
le esigenze delle nostre imprese.
Sia chiaro, il patto di stabilità
non è una invenzione italiana,
non l’ha inventato il governo
Berlusconi ma il primo ad applicarlo
fu il Governo Prodi, e comunque
il risultato di scelte
europee dove molto spesso prevalgono
rigidi calcoli burocratici
e poco le esigenze delle persone.
Però è assurdo, è assurdo che un
Ente locale abbia fondi propri e
non li possa spendere ed anzi
mettercene di ulteriori per creare
un meccanismo che permetta
i pagamenti.
Per questo quando il Ministro
Bossi ha parlato di modificare il
patto di stabilità, letteralmente,
“per pagare le nostre imprese”
ho avuto la conferma ancora
una volta di trovarmi in un luogo
dove si parlava di problemi
concreti e reali, di problemi
quotidiani e non certamente di
astratte elucubrazioni politiche
che molto spesso la politica “romana”
(fatta di intrighi, divisioni
e lotte intestine) regala, contribuendo
a creare nella popolazione
sfiducia nella gestione
della cosa pubblica.
Da quel prato, sotto il sole, in
mezzo a decine di migliaia di
persone si respirava certamente
rabbia ma mai rassegnazione,
sempre una gran voglia di rimboccarsi
le maniche e guardare
al futuro. Ma con la dignità che
il Ministro Bossi ha espresso
benissimo, che è il tempo di dare
riposte concrete, non certo dell’attesa
o del tirare a campare.

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