giovedì 2 giugno 2011

Per l’Unione europea il Lodigiano è fra i territori più cementificati

L’Unione europea bacchetta il Lodigiano sul consumo di suolo: lo studio pubblicato nei giorni scorsi dal Centro comune di ricerca della Commissione europea, con base a Ispra (Varese), evidenzia infatti una serie di province e di regioni nelle quali l’artificializzazione del suolo è stata superiore al 6 per cento. Nell’elenco le otto province italiane di Vercelli, Lodi, Verona, Piacenza, Parma, Campobasso, Matera e Catanzaro, metà delle regioni olandesi, i dipartimenti francesi di Vandea, Tarn-et-Garonne, Corrèze, la regione di Poznan in Polonia, la Stiria Occidentale in Austria, la regione di Põhja-Eesti in Estonia e quella di Jugovzhodna in Slovenia.
In base ai dati della Commissione, ogni anno in Europa una superficie più grande di Milano o Berlino cede il passo a nuovi quartieri e infrastrutture di trasporto, per una perdita di una capacità produttiva agricola di quattro milioni di tonnellate di frumento. Questa tendenza, sottolineano da Ispra, rischia di compromettere la disponibilità di terreni fertili e riserve idriche per le generazioni future. «Questo nuovo studio però raccomanda un triplice approccio che mira a limitare l’espansione dell’impermeabilizzazione del suolo, ad attenuarne gli effetti e a compensare perdite sostanziali di suolo intervenendo in altre aree», sottolinea Matteo Fornara della rappresentanza milanese della Commissione Ue.
L’impermeabilizzazione si verifica quando il suolo è coperto da materiali impermeabili come asfalto o cemento: tra il 1990 e il 2000 nell’Unione europea sono stati cementificati almeno 275 ettari di terreno ogni giorno, per un equivalente di mille chilometri quadri per anno. La metà di questa superficie è impermeabilizzata in via definitiva da edifici, strade e parcheggi. Sempre secondo lo studio della Commissione, negli ultimi anni si è registrato un rallentamento di questa crescita a 252 ettari al giorno, ma lo sfruttamento del terreno prosegue a ritmi preoccupanti. Tra il 2000 e il 2006 nell’Ue l’aumento medio di aree trasformate è stato pari al 3 per cento, con picchi del 14 per cento in Irlanda e Cipro e del 15 per cento in Spagna.
L’impermeabilizzazione, secondo lo studio (disponibile integralmente all’indirizzo web http://ec.europa.eu/environment/soil/sealing.htm compromette irrimediabilmente le funzioni biologiche del suolo. Senza afflusso ed evaporazione dell’acqua aumentano i deflussi che talvolta possono portare a inondazioni dagli effetti catastrofici. Il paesaggio appare frammentato, gli spazi vitali si restringono o sono troppo isolati per ospitare determinate specie, con riduzione della biodiversità e possibile aumento di specie provenienti da altri habitat, e la produzione agricola risulta compromessa.
Janez Potonik, commissario Ue per l’ambiente, ha dichiarato: «Il suolo è una risorsa indispensabile per diversi servizi ecosistemici da cui dipendono tutte le forme di vita sul nostro pianeta. Nessuno ci chiede di frenare lo sviluppo economico o l’ottimizzazione delle nostre infrastrutture, ma abbiamo bisogno di un approccio più sostenibile in materia». Ad esempio, realizzare i piazzali con superfici permeabili, favorire il recupero delle aree edificate dismesse e incentivare la riqualificazione di quanto già urbanizzato.
Carlo Catena  il cittadino lodi

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